Campione del mondo di calcio senza le porte, questa era la nomea che accompagnava il Portogallo degli anni 90, prima della generazione di CR7 e dell’Europeo vinto nel 2016. Una squadra talentuosa, tra le migliori al mondo per possesso palla ma incapace di concretizzare sotto porta la mole di gioco prodotta.
La nazionale italiana vista in campo ieri sera a San Siro sembra volersi candidare ad ereditare questo scettro: bella e inconcreta.
La formazione schierata da Mancini vede davanti a Donnarumma e ai lati della inossidabile coppia centrale Chiellini-Bonucci, due terzini offensivi come Florenzi e Biraghi. Il trittico di centrocampisti formato da Verratti e Jorginho che si alternano alla regia e Barella che assicura il necessario dinamismo funziona bene. La luce si spegne lì davanti, dove brilla il solo Insigne, non supportato da un opaco Chiesa e da un irriconoscibile Immobile.
A nulla valgono gli inserimenti nel finale di Pellegrini, Berardi e Lasagna.
Una prestazione incoraggiante, una eliminazione dalla Nations League meno amara, ma continua la ricerca del gol perduto.
#Nazionale⚽️
L’#Italia🇮🇹 brilla ma non segna: al ‘#Meazza’ finisce 0-0, il #Portogallo🇵🇹 vola alla Final Four della #NationsLeague— Nazionale Italiana (@Vivo_Azzurro) 17 novembre 2018