Goal, spettacolo ed un risultato pirotecnico. Fiorentina – Atalanta si candida tra le partite più belle della stagione.
Lo avevamo detto dopo Atalanta – Juventus: conclusa l’egemonia bianconera, la Coppa Italia tornava ad essere una competizione spettacolare ed imprevedibile. Il campo ci ha dato pienamente ragione perchè al “Franchi” si è disputata una gara spettacolare per tutti gli amanti del calcio, a prescindere dalla fede calcistica.
Partiamo dall’Atalanta, la squadra ospite. Gli addetti ai lavori si interrogavano sul periodo negativo della Dea nelle ultime settimane. La risposta è arrivata in questa semifinale; la squadra di Gasperini si è preparata al meglio, consapevole di avere grandi chance di giocarsi la finale. I bergamaschi giocano una delle loro migliori partite della stagione, nonostante ciò la vittoria non arriva. Tuttavia i tre goal siglati fuori casa sono un ottimo bottino in vista del ritorno. Il primo tempo ha come protagonista assoluto Ilicic con le sue sgroppate ed i suoi due assist per Gomez e Pasalic. Uno 0-2 che però crolla nel giro di pochi minuti a causa principalmente di un calo di tensione difensivo. Nel secondo tempo cala un po’ l’intensità ma nel finale Hateboer colpisce una traversa che avrebbe regalato il 3-4. Chissà se diventerà un rimpianto al ritorno.
La Fiorentina, invece, rimane sorpresa dalle ripartenze dell’Atalanta. I viola non si aspettavano un inizio così aggressivo della Dea. Tuttavia la squadra di Pioli ha la grande capacità di non mollare mai, di crederci fino in fondo. Il pareggio nasce proprio da questo spirito: la squadra lo doveva per i tanti tifosi presenti al “Franchi” ed alla memoria del capitan Davide Astori. Trascinatore della serata sicuramente Federico Chiesa che risponde sul campo alle tante critiche stagionali sul suo essere un “simulatore”. Il primo goal è da leader assoluto, con palla recuperata a centrocampo e contropiede. Nel terzo, invece, l’assist per Muriel è al bacio. Nota negativa, purtroppo per la Fiorentina, è la tenuta difensiva con l’assenza di Pezzella e le nuove incertezze di Lafont.