Una storia di 18 mesi che, nelle idee iniziali, avrebbe dovuto cambiare la storia e i connotati del Napoli. E, invece, un anno e mezzo dopo si è arrivati ai titoli di coda. Fine della corsa fra la società di De Laurentiis e Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più titolati in assoluto.
Partiamo dalla fine. Sicuramente si potevano utilizzati metodi diversi per annunciare la separazione. E non un semplice e stringato messaggio su twitter a pochi minuti dalla conferenza stampa, l’ultima, di Ancelotti al termine del poker dell’ormai sua ex squadra al Genk. Poker che ha significato qualificazione agli ottavi. Un risultato non di poco conto.
Certo, pesano i risultati scadenti in campionato e i casi Allan e Insigne, gli ammutinamenti e tanto altro (non di meno il ruolo di suo figlio). Ancelotti, insomma, ha perso probabilmente la partita più importante. Quella della gestione dello spogliatoio, una qualità riconosciutagli da tutti indistintamente.
E la società, con ADL in testa, nel braccio di ferro fra una parte dello spogliatoio, con Insigne in particolare, e il tecnico ha scelto di appoggiare i calciatori.
Ma molti giocatori, a cominciare da Manolas, comunque, hanno voluto esprimere saolidarietà ad Ancelotti che, su Instagram ha lasciato questo messaggio:”Grazie di cuore mister, per tutto quello che hai fatto per me e per il Napoli. È stato un onore averti come mio allenatore! Un grosso in bocca al lupo a te e il tuo staff, vi auguro il meglio perché lo meritate“.
Certo, i risultati in campionato sono sotto gli occhi di tutti e lasciano poco spazio alle interpretazioni. Le attese della vigilia in questa stagione erano alte e ci si aspettava una sorta di testa a testa con la Juventus dell’ex Sarri.
Ormai, Ancelotti è il passato. Il Napoli ripartirà da Rino Gattuso, Ancelotti potrebbe prendere il “volo” e accettare le lusinghe dell’Arsenal.
Ma, come a scritto la figlia Katia su Instagram, è stata un’uscita “A testa alta”.
Grazie Mister!
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) December 11, 2019
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