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Serie A, Napoli: le parole di Gattuso verso Cagliari-Napoli

Gennaro Gattuso, tecnico del Napoli, ha parlato in conferenza stampa in vista della gara che la sua squadra giocherà domani contro il Cagliari di Maran. 

Sul momento: 

“Io ho detto che dopo che si chiudeva il mercato bisognava correre, lavorare, avere in testa il Napoli tutto il giorno. Io non devo gestire un giocatore. Ho 24-25 giocatori da gestire e non posso non essere coerente con loro. Bisogna pedalare”.

Fuori Allan dai convocati, se è la prima notizia di giornata:

“Nessuna polemica, non s’è allenato come voglio io e sta a casa. Domani è un altro giorno, senza rancore, quando torneremo se si allenerà come dico io verrà convocato altrimenti no”.

Sulle ultime prestazioni:

“C’è tanto lavoro, si dorme poco, guardiamo le partite ed anche noi facciamo fatica a spiegarci perché ci manca continuità. Dobbiamo interpretare le gare in un certo modo, senza dimenticare che dobbiamo mettere in campo quello che facciamo, non ognuno a modo suo”.

Si parla ancora di Champions, di obiettivi. Se la gara di domani deve dare un segnale di continuità:

“Noi non abbiamo bisogno di trovare stimoli, dobbiamo fare 40 punti oggi. Non pensare che siamo fuori dall’Europa, ma di muovere la classifica. Sento dire che mancano gli stimoli perché non siamo in Champions, qui siamo in una zona pericolosa e dobbiamo crescere mentalmente. Bisogna giocare di squadra, senza snobbare nessuno, in tante partite siamo andati in difficoltà. Ci può stare un momento di sofferenza, anche l’ultima nei primi dieci minuti abbiamo sbagliati di tutto. Poi catenaccio o non catenaccio, a San Siro abbiamo fatto 46% di possesso, non c’è stato nessun catenaccio ma abbiamo giocato in modo organizzato, da squadra”.

Se le decisioni sui convocati dipendono dal fatto che non sono concessi più sconti: 

“Lo dissi: quando si chiuderà il mercato bisognerà pensare al Napoli 24 ore al giorno. Io non posso gestire un giocatore (Allan, ndr), ma una squadra e non possono non essere coerente! Bisogna pedalare”.

Nelle tue esperienze passate eri tra le migliori difese. 

“Anche l’anno scorso facemmo tante gare senza subire gol. Nel calcio ci sono due fasi, possiamo discutere della pressione, l’errore mio più grande quando sono arrivato è di provare subito una pressione ultra-offensiva ma la squadra non sopportava questa situazione e ci siamo messi più dietro. Oggi dobbiamo essere compatti, dare modo alla difesa di salire, poi quando abbiamo palla c’è qualità, ma senza palla spesso ci allunghiamo e col Lecce perdevamo la prima palla, non la seconda”.

Se sei favorevole al Challenge: 
“A me il VAR piace, sono favorevole. L’arbitro deve parlare a fine partita, come fanno tutti. E’ un professionista e a fine partita deve dire cos’ha visto. Qualche arbitro giovane si mette in difficoltà da solo. C’è il VAR, vacci. Ma penso che l’arbitro deve parlare, deve dare spiegazioni e deve dare una lettura della partita”.

Su come stanno i difensori: 
“Stanno benissimo”.

Su Mertens:
“Palle difficili le fa sembrare facili. L’altro giorno ci ha fatto respirare, sapendo gestire le palle, con grande qualità. E’ un giocatore che vede la porta, quando viene a legare è furbo. Senza lui abbiamo perso tanto. Per me può fare tutto, non è solo un numero 9. Può giocare esterno, centravanti. Ha una furbizia incredibile e una grandissima tecnica”.

Col Cagliari partita trappola…
“Fanno un gioco che dà fastidio. Buttano palla in area, giocano sugli attaccanti e se perdono palla vengono contro subito con grande veemenza. E’ una partita che somiglia a quella con la Sampdoria. Palleggia meno del Lecce, ma è uno stadio difficile perché la palla non esce mai. Dovremo fare una partita molto attenta di testa, bisogna capire bene cosa fare”.

Se il suo Napoli è bipolare:
“La squadra non mi dà mai modo di farmi sbroccare, vedo sempre gli allenamenti. E poi rimango sorpreso. Qua non si dorme più. Io la notte non dormo più, mi sveglio e ho gli incubi. E’ difficile dare una spiegazione a questo Napoli bipolare. Noi dobbiamo annusare prima, dobbiamo pensare prima. Non bisogna pensare di essere più forti di Lecce, Cagliari. Ogni partita ha una sua storia. Dobbiamo farci trovare pronti su ciò che non ci piace fare, ossia stare là, subire. E invece no, dobbiamo migliorare a stare là e non avere la sensazione di poter prendere gol ogni volta che superano la trequarti. Come abbiamo fatto a San Siro con l’Inter: siamo stati là, abbiamo sofferto”.

Su Elmas

“Non mi ha sorpreso. Mi ha sorpreso la tecnica, come tratta il pallone, la forza no perché si era vista subito. Regala ancora qualcosa, ma è uno molto forte, 21 anni, ha la testa da calciatore, ha voglia, ascolta, è un po’ permaloso, ma l’importante è che tiene su la testa quando sbaglia”. 

Sulla strada da seguire: 

“A me piacerebbe una pressione ultra-offensivo, la gamba per coprire tutto il campo, fare gare a campo aperto e giocarsela con la consapevolezza che non si rischia nulla, la strada che dobbiamo percorrere è questa perché l’altra non ci porta da nessuna parte”.

Maran vuole la svolta col Napoli. 

“Noi dobbiamo pensare a noi, che sarà una partita non difficile, ma di più, contro una squadra che ci può mettere in difficoltà. Dobbiamo dare continuità a quanto fatto a Milano, voglio vedere la prestazione, come teniamo il campo, come siamo disposti alla sofferenza”.

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