Dribbling ubriacante e fantasia da vendere in campo, guai con la giustiza fuori. Questo è l’identikit di Ronaldinho, ex fuoriclasse di Milan e Barcellona, che si è messo per l’ennesima volta nei pasticci.
Giunto in Paraguay (il nome del paese calza alla perfezione in questo caso) insieme al fratello per un’iniziativa benefica riguardo un programma sanitario per assistenza ai bambini, i due sono stati trovati in possesso di passaporti fasulli. Ora si trovano in stato di fermo in una struttura alberghiera a 15 chilometri da Asuncion. “Ronaldinho ha un passaporto falso. Questo è un crimine ed è per questo che è stato ordinato il suo arresto – ha detto il ministro degli interni paraguaiano Acevedo -. Rispetto la sua popolarità, ma la legge deve essere rispettata da tutti”. Saranno date maggiori informazioni in una successiva conferenza stampa.
L’ex talento brasiliano, pallone d’oro nel 2005, non è nuovo a questo tipo di situazioni: il vero passaporto gli era stato sottratto nel 2018 per essersi rifiutato di pagare una multa per un caso giudiziario del 2015, che riguardava un’accusa di reati ambientali nei pressi di Porto Alegre. Ronaldinho e il fratello avevano però recuperato i documenti dopo aver trovato un compromesso, pagando un’ammenda molto salata.
A onor del vero, a queste vicende indecorose, vanno aggiunte anche azioni nobili, spesso di natura benefica, come lo è il motivo per cui è approdato in Paraguay in questi giorni.
Arrestato #Ronaldinho: in possesso di passaporto falso.
Fermato insieme al fratello Roberto De Assis in #Paraguay.#SportMediaset https://t.co/2APMGvs57r pic.twitter.com/gw4d5TllW6 — SportMediaset.it (@Sport_Mediaset) March 5, 2020