Manolo Gabbiadini e Pepe Reina raccontano il loro bruttissimo periodo trascorso combattendo il coronavirus.
Giorni difficilissimi contro un nemico e un male che sta mietendo vittime in tutto il pianeta e sta mettendo in ginocchio le economie mondiali.
Collegato con Skysport 24 l'attaccante della Sampdoria racconta la sua odissea.
Mi sono tornate le forze, mi sto allenando con continuità da due settimane. Nelle prime due settimane, invece, non stavo bene ed ho evitato. Non ero in gran forma”.
L'attaccante bergamasco, infine, lancia un messaggio importante a sostegno degli operatori sanitari.
“Come squadra diamo un aiuto al San Martino di Genova, ma esorto tutti gli italiani ad aiutare gli ospedali, che ne hanno molto bisogno”.
Anche l'ex portiere del Napoli, oggi all'Aston Villa, Pepe Reina racconta la sua odissea in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport.
"Sono chiuso in casa da 18 giorni, per fortuna il fisico ha reagito bene ma fin dai primi sintomi non ci sono stati dubbi che avessi contratto il Covid-19. Febbre, tosse secca, un costante mal di testa e senso di spossatezza. Il momento in cui ho avuto paura è stato quando per 25 minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse ristretta e l’aria non riuscisse più a passare. Ora sto meglio, ma la prima settimana l’ho passata chiuso in una stanza.
Poi si sofferma anche sulla situazione familiare.
“In casa con me ci sono mia moglie, i nostri 5 figli e i miei due suoceri. Da loro faccio ancora attenzione a tenermi a distanza, perché non sono più giovanissimi. Ho passato alcuni momenti non semplici, ma alla fine è stata come una forte influenza”.
In basso la video intervista a Reina effettuata dal giornalista Nacho Aranda.
Qué pasa por tu cabeza cuando te entra el virus? Cómo manejas la preocupación si estás lejos de tu familia? Cómo te planteas la vuelta al fútbol? Las respuestas las tiene #ENCERRA2 en Birmingham @PReina25 pic.twitter.com/rCMZrAVri4
— Nacho Aranda (@arandatv) March 29, 2020