In una diretta su Instagram nella giornata di ieri Romelu Lukaku, attaccante dell’Inter, aveva raccontanto senza peli sulla lingua come tanti suoi compagni di squadra, lui compreso, fossero ammalati già a gennaio in modo sospetto, ma la società aveva sottovalutato la situazione.
Le dichiarazioni del belga non potevano passare di certo inosservate e così è stato. Il club nerazzurro non ha alcuna intenzione di sollevare una polemica e men che meno redarguire il proprio tesserato pubblicamente, ma quello che è sicuro è che la dirigenza non ha gradito l’uscita, ritenendo le sue paure infondate e la ricostruzione della vicenda piuttosto confusa.
Nel racconto di Lukaku ci sono molte imprecisioni. Lui parla di una diffusione del virus appena dopo le vacanze natalizie, ma la prima gara disputata è stata al San Paolo contro il Napoli, alla quale l’Inter si era presentato con soli due assenti, ovvero i lungodegenti Asamoah e D’Ambrosio, quindi escludendo il periodo di ferie come possibile causa. In più da quella partita all’altra “incriminata” (Inter-Cagliari del 26 gennaio) passano più di tre settimane.
Quel giorno Skriniar fu costretto a lasciare il campo per malessere (il report parlerà proprio di una forma influenzale), mentre nel match successivo (contro la Fiorentina in Coppa Italia), la squadra si trovò effettivamente in emergenza, ma solo tre dei sette assenti lo erano per un attacco di influenza (Skriniar, De Vrij e D’Ambrosio). L’unico altro caso di questo tipo riguarda Bastoni, colpito da influenza a metà febbraio.
In conclusione solo quattro atleti della rosa sono stati vittime di stati influenzali durante quel periodo, il che è normale visto che si trattava della stagione invernale.
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