Una scelta storica e, per certi versi, clamorosa. Il Messico ha deciso. Nessuna promozione e nessuna retrocessione per i prossimi sei anni. La Liga MX, la massima serie del campionato sudamericano, attualmente ferma per la pandemia in corso, rimarrà tale con gli attuali 18 club sino alla stagione 2025-2026.
Il comitato esecutivo e l’assemblea della Federación Mexicana de Fútbol hanno deciso di salvaguardare l’Ascenso MX, la serie B messicana, con un modello simile alla MLS statunitense.
Ai club della seconda serie messicana saranno distribuite delle importanti risorse economiche (60 milioni di pesos per adempiere agli obblighi attuali, poi 20 milioni di pesos, circa 800 mila euro, all’anno per ciascun club, 240 milioni in sei stagioni).
Fondi che in buona parte arriveranno da sanzioni economiche imposte alla società che chiuderanno agli ultimi tre posti il campionato principale.
Questa decisione sembra lontana anni luce dagli sviluppi che potrebbero susseguirsi in Italia, dove si sta pensando a ben altre soluzioni.
C’è che vorrebbe chiudere i campionati sul campo, a costo di giocare in piena estate e c’è che, invece, pensa a strade alternative.
In serie B si attende di capire cosa farà la massima serie, ma i club sono in continuo disaccordo sul da farsi.
La C è decisamente più risoluta. L’intenzione della Lega Pro è chiara. “Non si torna più a giocare”. Certo, ha sollevato un vespaio di polemiche l’ipotesi avanzata di una quarta promozione in B tramite sorteggio (mentre le prime, Vicenza, Monza e Reggina sarebbero salvaguardate). E, a ruota, è insorto il mondo dei dilettanti, alla voce “blocco delle retrocessioni”. Ma le promozioni dalla D sarebbero garantite, quindi, in linea teorica si sforerebbero le 60 squadre. Urge pensare a una riforma seria e, possibilmente, condivisa da Leghe e club sempre più alle prese con la crisi economica che ha già bussato alle porte.