Si presenta e mette subito pepe nella Bologna del basket, Meo Sacchetti, neo allenatore della Fortitudo.
Coach vincente, dalla provata esperienza, con le sue 66 primavere, per lui si tratta della sesta panchina nella massima serie.
“Non mi aspettavo questa accoglienza anche se conosco la grande passione di Bologna, e soprattutto della Fortitudo, per il basket – ha detto l’ex Ct azzurro -. Torno qui dopo 40 anni, ero un giocatore del Gira dove ho iniziato la mia carriera professionistica. C’è un po’ di bolognesità dentro di me. La trattativa con la Fortitudo è stata veloce, non avevo altre certezze e ho scelto senza dubbi. So che entro un club ambizioso, ma tutti vogliamo giocare per vincere. Stiamo lavorando alla costruzione della squadra, mi attende un lavoro non facile. Esaltare i valori e la passionalità della Fortitudo mi stimola tantissimo. Da giocatore e allenatore non mi ha regalato nulla nessuno”.
Poi uno sguardo alla squadra: “Abbiamo fatto tre innesti, Sabatini, Totè e Banks. Vorremmo giocatori italiani entusiasti di venire da noi. Per ora l’idea è di avere tre stranieri, facendo il 3+7, ma potremmo considerare anche un quarto straniero. Le caratteristiche dei giocatori che vorrei: un’ala forte molto atletico e un esterno eclettico che parta dalla panchina”.
Le speranze e gli obiettivi: “I sogni vanno coltivati, ci sono 3-4 club sicuramente più forti, ma nello sport e nel basket esistono sempre le sorprese e noi vorremmo essere una di queste. Squadra impostata sui tre tenori Banks-Aradori-Sims? Ok poi però dovrei alzarmi e difendere anch’io”.
Quindi, un passaggio obbligatorio sul derby contro la Virtus: “La rivalità e il dualismo sportivo è una ricchezza di questa città e a entrambe le squadre fa bene che l’avversaria sia molto forte”.