Una prova di carattere e di sostanza, ma che alla fine non ha sortito gli effetti desiderati. Il Verona cade in casa dell’Inter dopo 90 minuti giocati quasi alla pari con la capolista del massimo torneo e dove è stato spesso in grado di mettere paura agli avversari. Nonostante la prestazione sia stata positiva e soddisfacente i punti raccolti, però, sono pari a zero e impietosamente i numeri parlano di sette sconfitte nelle ultime otto uscite di campionato. Adesso appare a rischio anche la chiusura nella parte sinistra della classifica.
Squadra compatta, ma poi arriva la resa
Complice l’esclusione di Zaccagni dal primo minuto (la seconda consecutiva per il trequartista gialloblù), Bessa si guadagna un’altra chance al fianco di Barak e alle spalle di Lasagna. In avvio di match i ritmi non tardano ad alzarsi, anzi. Al 2′ i padroni di casa passerebbero già in vantaggio con Lautaro Martinez, ma l’arbitro Abisso annulla per un tocco con la mano dell’argentino. Gli ospiti rispondono immediatamente presenti e uno scambio tra Bessa e Lazovic portano quest’ultimo a calciare verso la porta avversaria, senza però trovare lo specchio. Qualche minuto più tardi Hakimi tenta la fortuna dal limite, ma Silvestri si oppone, deviando in corner. A metà della prima frazione si registra l’occasione più ghiotta per gli scaligeri: Bessa ancora protagonista con un tiro che Handanovic respinge; sulla ribattuta si fionda Dimarco, che sfiora la rete.
La differenza tra le due formazioni non si è notata nei primi 45′, ma nella ripresa i nerazzurri aumentano i giri del proprio motore. Tuttavia, al rientro sul terreno di gioco è ancora l’Hellas a rendersi maggiormente pericoloso, anche se il doppio tentativo di Faraoni non gode di buona sorte. Al 63′ Lautaro spaventa l’estremo difensore gialloblù, costretto a compiere un grande intervento per evitare il goal. Poco dopo Hakimi colpisce il palo su calcio piazzato e questo rappresenta il preludio dell’1 a 0. Infatti al 31′ Darmian è bravo a smarcarsi e ad approfittare di una disattenzione difensiva, insaccando alle spalle di Silvestri.
Doccia ghiacciata per il Verona, che non si arrende. A ridosso del novantesimo è tempo dell’episodio incriminato. Su una palla a spiovere in area di rigore dell’Inter, Handanovic va in presa in maniera troppo morbida, Faraoni lo anticipa di spalla e segna, ma il direttore di gara annulla. Il motivo? Carica sul portiere sloveno, il quale, però, non aveva ancora stretto a sé la sfera. Rimangono molti dubbi, anche se negli ultimi anni gli arbitri hanno assunto la tendenza di punire qualsiasi tocco che possa infastidire i portieri, seppur minimo.
“Poco da rimproverare ai ragazzi. Goal nostro regolare”
Si legge tanta amarezza negli occhi di Ivan Juric, tornato a manovrare le sue pedine da bordocampo dopo la squalifica che l’aveva costretto a saltare la sfida con la Fiorentina. C’è molto rammarico in casa Verona, specialmente per la grande prova offerta: “La squadra oggi ha giocato bene, a volte il calcio è così e ci sta che ci sia un momento negativo. Abbiamo creato tanto, subito poco: faccio i complimenti ai ragazzi, dispiace anche per il gol regolare annullato a Faraoni. C’è poco da rimproverare ai ragazzi, cercheremo di fare cinque partite a questi livelli per migliorare ancora la nostra classifica”.
Poi ritorna sulla rete annullata a Faraoni: “Non l’ho visto dal campo, me l’hanno detto dopo. Ci vuole coraggio a non dare un gol così…”. Infine prova ad analizzare il complicato momento che sta attraversando la sua squadra: “Quando analizzo le gare trovo gli errori, ma li facevamo anche prima. È un momento in cui gira così, ho visto la squadra svuotata prima del match con il Cagliari. A noi manca la giocata del campione che ti risolve la partita, ma dal punto di vista del gioco non posso dire nulla. Abbiamo cinque partite da qui alla fine, voglio vedere più attenzione”. Di qui alla conclusione della stagione mancano cinque incontri e e di fronte l’Hellas si troverà Spezia, Torino e Bologna al Bentegodi, Crotone e Napoli in trasferta. L’obiettivo è uscire dalla crisi di risultati e chiudere il più in alto possibile.