A stagione conclusa, con l’amarezza per l’eliminazione al primo turno dei play-off, è giunto il momento di tirare le somme. Il campionato del Chievo è stato caratterizzato da alti e bassi, che rendono complicato il giudizio finale. Tanti i giocatori che si sono messi in mostra, quali Obi, Garritano, Mogos e Bertagnoli. Parecchi anche quelli che hanno deluso le aspettative, come Djordjevic, Leverbe e Giaccherini. Ma vediamo come si sono comportati tutti i componenti della rosa gialloblù.
(NB: le pagelle tengono conto dei calciatori con almeno dieci presenze accumulate nel corso dell’intera stagione e tra parentesi vengono indicate presenze e reti messe a referto complessivamente tra Serie B, play-off e Coppa Italia)
I VOTI E I GIUDIZI:
SEMPER – 6.5: l’annata della consacrazione per lui. Già nella scorsa stagione, nonostante qualche svarione ogni tanto, aveva dimostrato di essere un portiere di assoluto valore, confermandolo quest’anno. Poche le uscite a vuoto e praticamente nessun momento di flessione. Due rigori parati e alcune prodezze risultate poi decisive (vedi Chievo-Cosenza, sulla conclusione a botta sicura di Carretta). (36, -33)
MOGOS – 6.5: con molta probabilità l’acquisto più azzeccato dell’intera finestra estiva di mercato. Si presenta all’ambiente in modo spontaneo e genuino e in campo non rinuncia mai al contrasto, offrendo una spinta costante sulla sua corsia e sgroppate da centometrista. Cala nella parte conclusiva di stagione, ma è assolutamente giustificabile visto che nelle prime ventisei uscite non aveva saltato nemmeno un minuto. (36, 4)
LEVERBE – 5.5: cresciuto esponenzialmente nella scorsa annata, il suo percorso di maturazione subisce alcuni, forse troppi, intoppi. Alterna letture da difensore esperto a svarioni grossolani, che spesso sono costati caro. Non si può certo affermare che non abbia le qualità per imporsi tra i grandi, ma qualche passo falso l’ha fatto intravedere. (30, 1)
RIGIONE – 6.5: per distacco il migliore del pacchetto arretrato, tra i centrali difensivi. A volte nell’ombra, risulta determinante quando serve, optando quasi sempre per la scelta più consona. Garantisce sicurezza ai compagni di reparto, grazie anche a un carisma non indifferente. Ampiamente promosso. (30, 1)
GIGLIOTTI – 6: dopo la promozione in massima serie con il Crotone, il franco-argentino voleva bissare l’impresa, senza però riuscirci. Parte in sordina, per poi guadagnarsi stabilmente un posto da titolare, ruotandosi con i due sopracitati. Granitico, ma troppo spesso irruento, caratteristica che non sempre gioca a suo favore. (23, 2)
RENZETTI – 6.5: per larga parte del torneo, si rivela il giocatore con più occasioni create per i compagni, grazie a un sinistro di categoria superiore quando arriva sul fondo. Molti gli assist forniti agli elementi offensivi; peccato per alcuni acciacchi che hanno interferito con la continuità nel finale di campionato. (30, 0)
COTALI – 6: per i più superstiziosi era l’uccello del malaugurio, in quanto, quando metteva piede in campo, il Chievo perdeva. Poi ribalta questa statistica e nelle ultime settimane si ritaglia più spazio. Le sbavature di inizio stagione sono un lontano ricordo, grazie a un rendimento in costante crescita. (15, 0)
GARRITANO – 7.5: insostituibile, imprescindibile, fondamentale. Tre aggettivi che sintetizzano al meglio la sua annata. L’arma in più di questa squadra, in grado di punire qualsiasi avversario in qualunque modo: di destro, col mancino, dagli undici metri e in altre maniere. Non salta un incontro, offre una grande confidenza con il goal, oltre a macinare chilometri in ogni gara. Chiude come miglior realizzatore. (40, 9)
OBI – 7: un giocatore sprecato per la categoria. Dopo anni un po’ bui, torna sui livelli dell’Inter e della prima esperienza al Torino, diventando il leader silenzioso di questo gruppo. Spesso con la fascia da capitano al braccio, trascina i compagni anche nei momenti più critici. In scadenza di contratto, i tifosi si augurano possa rinnovare. (32, 4)
PALMIERO – 6: sulle geometrie che disegna con discreta costanza non gli si può rimproverare nulla. Peccato che gli capiti di frequente di staccare la spina, incappando in errori che un regista di centrocampo, anche in Serie B, non dovrebbe concedersi. Tuttavia, merita la piena sufficienza. (38, 1)
CICIRETTI – 6: istanti di talento cristallino e giocate che sfidano le leggi della fisica, intervallati da intere partite in cui si fa fatica a scorgerlo tra gli undici gialloblù. Ritrova continuità dopo stagioni in cui era stato spesso relegato ai margini. Adesso tornerà alla base. (29, 3)
VIVIANI – 6: un ottimo innesto in prospettiva. Classe 2000, il ragazzo proveniente dal Brescia si cala immediatamente nella realtà clivense, facendosi largo tra i compagni più esperti. Ogni tanto cade in qualche peccato di gioventù, ma ha ampi margini di miglioramento. (31, 0)
BERTAGNOLI – 6.5: rientrato a casa dopo l’avventura alla Fermana, scala le gerarchie con umiltà e professionismo. Ricopre più ruoli durante l’arco del campionato, dal terzino all’esterno alto, rivelandosi di una versatilità che pochi possono vantare. Veronese di nascita (nato a Lugo di Grezzana), c’è aria di nuova bandiera? (25, 2)
ZUELLI – SV: dopo un iniziale fiducia da parte del tecnico, sparisce dai radar per buona parte dell’anno, per poi rivedersi verso la fine. Tanti spezzoni di una manciata di minuti. Troppo poco per dare un giudizio veritiero, ma è un 2001, il tempo è dalla sua. (15, 0)
GIACCHERINI – 5: complice un numero spropositato di infortuni che non l’hanno mai lasciato in pace, non dà mai l’impressione di poter fare la differenza. Dal punto di vista fisico le richieste erano basse, ma con la palla tra i piedi ci si attendeva altro. Con il contratto in scadenza a giugno, è certo che non prolungherà e potrebbe anche pensare di smettere. (13, 2)
DI GAUDIO – 6: unico acquisto di gennaio, non graditissimo dalla piazza, non tanto per le qualità (indiscutibili), quanto perché, secondo i più, sarebbe servito a poco. Reduce da mesi di inattività, fatica a trovare la condizione, ma nelle battute finali è un altro giocatore, capace ancora di saltare l’uomo e mettere in seria difficoltà le difese avversarie. (17, 1)
DJORDJEVIC – 5: era chiamato ad alzare l’asticella, ma ciò non è avvenuto. Aglietti lo carica di responsabilità per la fase offensiva, ma non incide praticamente mai, segnando con il contagocce. Anche lui, come Giaccherini, non resterà. E questo è un bene, in quanto si alleggerisce non poco il monte ingaggi. (27, 4)
FABBRO – 6: opera da seconda punta per un’ampia fetta della stagione, rivelandosi una spina nel fianco per molti avversari. A volte, però, è troppo fumo e niente arrosto. Sul piano dell’impegno non gli si contesta nulla, ma un filo di precisione in più sotto porta sarebbe stata cosa apprezzata. (33, 2)
DE LUCA – 6: chiude con il miglior bottino personale di tutto il pacchetto avanzato. Dopo mesi da prima riserva, esplode tra gennaio e febbraio, trovando il goal con buona continuità, per poi bloccarsi nuovamente, fino all’infortunio che l’ha costretto ai box per tutte e cinque le partite conclusive. (33, 7)
CANOTTO – 6.5: se il rettangolo verde fosse lungo dieci chilometri, lui continuerebbe a correre e non avrebbe rivali. Peccato che, nel calcio, ci sia un obiettivo da centrare. Comunque cresce notevolmente alla distanza e nella fase finale del torneo è a dir poco devastante. (32, 5)
MARGIOTTA – 6: approdato a Veronello a mercato chiuso, fa presto a calarsi nel mood collettivo, conquistando le attenzioni del mister fin da subito. Buona tecnica con i piedi, non trova grande feeling con la rete, anche se alcuni sigilli si rivelano pesanti. (31, 5)
AGLIETTI – 6.5: a un certo punto, il Chievo si stava giocando la promozione diretta ed era a sole quattro lunghezze dalla vetta della classifica. Poi qualcosa si è inceppato nel meccanismo, anche a causa della dolorosa e recriminatoria gara con il Monza, da cui la squadra ha faticato a riprendersi. Quel che rimane è l’identità di gioco manifestata per larghi tratti del torneo e un attenzione al dettaglio molto accurata. Notizie fresche confermano la separazione tra lui e il club, il quale gli sarà sempre riconoscente.
Altri: Seculin (3, -7); Vaisanen (5, 0); Pavlev (1, 0); Illanes (1, 0); Di Noia (3, 0); D’Amico (2, 0); Morsay (4, 0); Grubac (2, 0); Vignato (2, 0).