Alfredo Aglietti e il Chievo si separano. Non ci sono più le condizioni perché il rapporto tra il tecnico toscano e il club veronese prosegue sulla stessa lunghezza d’onda. Questa la notizia emersa nelle ultime ore. Ancora nulla di ufficiale, ma la direzione intrapresa sembra proprio quella di un imminente divorzio e l’impressione è che le due strade siano destinate a dividersi. Nessun rancore e nessun tipo di astio tra le due parti coinvolte. Anzi, l’inevitabile rottura sta avvenendo in piena armonia, come affermato dallo stesso Aglietti in una lunga intervista rilasciata al quotidiano L’Arena.
Punti di vista inconciliabili
Il Chievo si appresta a compiere un ridimensionamento pressoché totale. Lo stesso De Giorgis, responsabile dell’area tecnica della società gialloblù e figura chiave nelle trattative di mercato, ha dichiarato che quella imminente sarà un sessione di cessioni e non di acquisti. Il tutto espresso poche ore dopo l’eliminazione nel turno preliminare dei play-off contro il Venezia. Questo a testimoniare come la stagione appena conclusa fosse una delle ultime occasioni per tentare la risalita e, di conseguenza, risanare le finanze del club. Gli introiti che sarebbero entrati nelle casse grazie alla promozione in massima serie avrebbero permesso di sistemare il bilancio e altre questione. Ciò non è avvenuto, quindi è necessario ridimensionarsi, anche perché il periodo storico attuale non concede grandi opportunità.
Inoltre, nei giorni scorsi, su Il Sole 24 Ore, è uscita un’indiscrezione relativa a un possibile riassetto azionario. Infatti a Campedelli sono giunte alcune manifestazioni d’interesse da parte di alcuni soggetti imprenditoriali decisi ad acquisire il club. In lizza ci sarebbero un gruppo svizzero, uno statunitense e una famiglia d’imprenditori italiana attiva in svariati settori industriali. Il patron potrebbe anche cercare un socio di minoranza, al quale cedere gradualmente il controllo. La pandemia ha colpito pesantemente anche il Chievo, il quale si vede costretto a fare una serie di valutazioni.
“In questo momento diventa complicato per me parlare del futuro. Di sicuro io e il Chievo siamo più lontani rispetto alla settimana scorsa – afferma Aglietti – Il Chievo deve pensare al bilancio, prima di tutto a vendere, e diventa difficile parlare di un progetto tecnico. Io non ho pretese economiche particolari ma l’aspetto tecnico è la prima cosa che valuto prima di prendere una decisione: in questo momento il progetto cui io ambisco il Chievo fatica a presentarlo. Quindi credo che sia giusto che sia io che loro ci guardiamo attorno.”
“A prescindere da come andrà – ci tiene a sottolineare l’allenatore ex Verona – voglio ringraziare il presidente Campedelli e De Giorgis per avermi permesso di fare un anno e mezzo al Chievo. Dove mi sono trovato benissimo con tutti. L’idea di lasciare è una ferita al petto. Però il cuore mi dice di fare una cosa, la testa me ne suggerisce un’altra” conclude Aglio.
I nomi che circolano, da Tesser a Legrottaglie
In questi giorni Aglietti e i dirigenti clivensi hanno avuto vari incontri, in cui sono venuti al pettine vari nodi. Le parole del tecnico sono chiare: in questo momento il Chievo non può assicurargli il progetto che prediligerebbe. Legittimo da parte sua, dunque, fare un (doloroso) passo indietro. Presto per la scelta del sostituto, anche se il casting non ha tardato a partire.
Ovviamente si tratta di semplici ipotesi. Nessun contatto vero e proprio. Un primo nome che è spuntato è quello di Attilio Tesser. Allenatore navigato nella categoria, sulle panchine di Triestina, Mantova, Novara (con la quale centrò la promozione in A), Ternana, Avellino e, infine, Pordenone. Un’esperienza invidiabile, ma è più probabile che il Chievo vada su figure emergenti e che gravino il giusto sulle finanze. Un’opzione potrebbe essere Massimiliano Alvini, appena retrocesso con la Reggiana, con la quale ha appena rotto. Nonostante l’esito infausto, nell’arco dell’anno ha espresso un ottimo calcio.
Poi sono usciti i nomi di Stefano Vecchi, che si sta giocando l’approdo in cadetteria con il Sudtirol e che conta una lunga militanza alla guida della Primavera dell’Inter, e quello di Nicola Legrottaglie. Ex difensore, esploso da giocatore con questa maglia, che gli garantì poi la chiamata della Juventus e della Nazionale. Ultima avventura a Pescara la scorsa stagione. Infine si leggono i profili di Zironelli (altro ex in campo) e di Longo. Ma di trattative reali non ne sono ancora state imbastite.