Il Chievo non rischia di essere escluso dal campionato. Interviene Giorgio De Giorgis, responsabile dell’area tecnica gialloblù con mansioni anche da direttore sportivo, a scongiurare le voci circa il presunto rischio di non riuscire a iscriversi. La società capitanata da Luca Campedelli non naviga in acque serene, così come la maggior parte dei club sportivi dopo la crisi finanziaria emersa a seguito della pandemia ancora in corso. Vengono così allontanati i dubbi scaraventati in rete. Dubbi entro i quali più di uno stava iniziando a sguazzare, nella speranza di sostituire il Chievo nel campionato cadetto.
“Dobbiamo coprire i costi, ma l’iscrizione non è mai stata a rischio”
Il Chievo sta attuando un ridimensionamento pressoché totale. Questo si sapeva fin da subito. Il mancato approdo in massima serie per il secondo anno di fila ha costretto il club a rivedere i propri piani e a farsi due conti in tasca. “Dobbiamo solo pagare gli stipendi di aprile, maggio e giugno, come tante altre società a parte due, tre che non hanno problemi di questo tipo – ci tiene a ribadire De Giorgis in un’intervista rilasciata al quotidiano locale L’Arena – Altre questioni in sospeso non ce sono e neanche ne avremo”.
In queste ultime ore, però, si discute tanto sulla necessità di cedere i pezzi più pregiati della rosa per rimpolpare le finanze: “Vogliamo sentirci al sicuro sul lato economico, perché siamo proiettati verso la prossima stagione e dobbiamo coprire i costi per intero, al di là del mercato che verrà. Chiaro che c’è bisogno di vendere, ma questo vale per tutti i club”. Prosegue il dirigente scaligero. “Iscrizione a rischio? Mai e poi mai. Il Chievo non ha bisogno di incassare dalle cessioni per iscriversi al campionato, non ha questa fretta se parliamo della partecipazione alla prossima Serie B. Su questo non vorrei ci fossero ancora interpretazioni fantasiose”.
“Aglietti? Non potevamo accontentare le sue richieste. Ma nessun tipo di rancore”
In seguito si apre la questione legata alla separazione con Aglietti: “Con Alfredo abbiamo lavorato benissimo, ma era già tutto scritto. Voleva che migliorassimo la squadra, che alzassimo l’asticella, ma venivamo da un due play-off persi contro squadre che poi sono salite, ma con le nostre possibilità avremmo voluto migliorarci col tempo. Il contratto di rinnovo era già pronto, ma le nostre strade si sono divise semplicemente per questioni tecniche”.
Il sostituto si fa attendere: “Abbiamo preferito aspettare un po’. Adesso però acceleriamo. Datemi ancora una settimana, ma non voglio fare nomi. Che tipo di allenatore cerchiamo? Vogliamo uno con carisma e che garantisca un gioco offensivo, ma al contempo equilibrato. Dovrà essere un Chievo combattivo e che non si arrende mai”.
“Semper andrà via. Vignato è richiestissimo. Con Obi difficile continuare”
Infine il capitolo cessioni: “Le possibilità che Semper vada via sono alte. Lo cercano in molti. Vignato è il più richiesto, non solo in Italia. Vorremmo farlo crescere qui e non dobbiamo attenderci da lui tutto subito. Ad oggi non c’è nessuna probabilità di tenere Obi. La nostra proposta di rinnovo a cifre riviste è stata rifiutata, ma non escludo ripensamenti. Nella rosa attuale siamo scoperti in mezzo al campo, ma in attacco abbiamo tante pedine e questo è un buon punto di partenza. Il mercato è lungo, vogliamo essere realisti e tirare le somme alla fine”.
Insomma, il calcio è fatto anche di cicli. Alcuni vincenti e altri contraddistinti da momenti di flessione. Per questo motivo le squadre, e le proprietà che vi stanno dietro, devono essere brave a sapersi reinventare. Senza sconvolgimenti estremi, ma entrare nell’ottica di un ridimensionamento generale farebbe bene a tutto l’ambiente clivense. Gli allarmismi sono stati allontanati, qualche boccone amaro è stato ingioiato e alcuni problemi ci sono e ci saranno ancora. Ma questo non necessariamente deve coincidere con fallimenti o catastrofismi.