Per la rubrica Calciatori Siciliani, in collaborazione con la Sicilia Football Association, oggi ci occupiamo di una delle vicende più intrise di malinconia della storia del calcio italiano, quella cioè della carriera spezzata di Gigi Lentini, l’ala destra più talentuosa d’Europa nei primi anni novanta.
Considerato tra i più grandi talenti espressi dal calcio italiano durante l’epoca d’oro della Serie A, paragonato a leggende come Gigi Meroni, Claudio Sala e Franco Causio, oltre che per le sue gesta sul campo Lentini è entrato nella storia del calcio (e della cronaca italica) per il suo trasferimento record al Milan nel 1992, nonché per quel terribile incidente automobilistico che il 3 agosto 1993 ne stroncò la carriera in ascesa verso l’Olimpo dei fuoriclasse.
Nato il 27 marzo 1969 a Carmagnola, nella campagna torinese, in una famiglia di emigrati palermitani stabilitisi in Piemonte pochi anni prima, Gianluigi Lentini iniziò la sua carriera a soli dodici anni nelle giovanili del Torino, la sua squadra del cuore. Valorizzato dal tecnico della formazione primavera Sergio Vatta, il giovanissimo Lentini si farà notare ad appena diciassette anni dall’allenatore della prima squadra Gigi Radice, colpito dal mix di potenza, velocità, doti balistiche e di dribbling espresse dall’ala di origini siciliane.
Lentini esordirà in Serie A il 23 novembre 1986, nel corso di Brescia-Torino, accumulando nelle sue prime due stagioni un bottino di 32 presenze tra campionato e Coppa Italia. Non poche per un ragazzo della sua età. Nello stesso periodo, inoltre, Lentini si aggiudicherà un Torneo di Viareggio ed un Campionato Primavera con la maglia granata.
Ceduto in prestito all’Ancona, in Serie B, nella stagione 1988-89 Gigi Lentini disputerà un’ottima annata con la compagine marchigiana, collezionando 37 presenze e 4 gol. La sua prima rete tra i professionisti risale al 30 ottobre 1988, durante Avellino-Ancona. Tornato al Torino nella stagione successiva, con la squadra granata appena retrocessa in Serie B, Lentini sarà tra i protagonisti dell’immediato ritorno dei piemontesi nella massima categoria, mettendo a segno 6 reti.
Ala destra capace di adattarsi anche a sinistra e come seconda punta, a ventun anni Gigi Lentini è già titolare in Serie A. Il 23 settembre 1990, trafiggendo Walter Zenga durante Torino-Inter, l’ala metterà a segno il suo primo gol in Serie A. Con i granata Lentini disputerà due stagioni di altissimo livello, diventando uno dei protagonisti assoluti dell’ultimo “grande” Torino e conquistandosi le prime convocazioni nella Nazionale Italiana. Sotto la guida di Emiliano Mondonico, infatti, nella stagione 1990-91 il Torino si piazzerà quinto in campionato, conquistando la qualificazione in Coppa Uefa e vincendo la Mitropa Cup.
Fu questo il preludio alla grande annata 1991-92, culminata nel terzo posto in campionato e nella finale di Coppa Uefa persa contro l’Ajax solo per la regola dei gol in trasferta, dopo la storica impresa dei granata in semifinale ai danni del Real Madrid. Di quella formidabile formazione torinista, infarcita di talenti come Casagrande, Vázquez e Scifo, Lentini rappresentò la bandiera più amata dalla tifoseria, una vera e propria icona resa popolare anche dal look da ribelle, con i suoi capelli lunghi e il vistoso orecchino al lobo sinistro. Con 77 presenze e 16 gol in due stagioni, segnalandosi per le sue prodezza sulla fascia, Lentini diventerà l’uomo mercato per eccellenza.
Già cercato da Milan e Juventus nel 1991, l’anno seguente Gigi Lentini era ormai considerato tra i più grandi talenti al mondo. Complici le difficili condizioni finanziarie della società granata, dopo lunghe trattative con i rossoneri, il Presidente torinista Gian Mauro Borsano acconsentì alla finalizzazione di una cessione record, destinata ad entrare nella storia d’Italia (anche con strascichi giudiziari) ed a suscitare un dibattito non privo di clamore e sdegno nel paese colpito dallo scandalo Tangentopoli.
Per convincere Lentini a lasciare la squadra del cuore, il 30 giugno 1992 Silvio Berlusconi farà prelevare il calciatore in elicottero dalla Sicilia ad Arcore, per offrirgli l’ingaggio più alto nella storia del calcio italiano: 4 miliardi di lire annui. Complessivamente l’operazione Lentini muoverà circa 65 miliardi, facendo guadagnare all’ex ala del Torino il soprannome di “Mister 65 miliardi”. Lentini commenterà: «Magari diventerò per il Milan il mito che avrei voluto essere per il Toro: anzi, più grande». Nella sua prima stagione con la corazzata rossonera allenata da Fabio Capello l’ala di origini palermitane vincerà il primo scudetto della sua carriera, disputando da titolare anche la finale di Coppa dei Campioni persa contro l’Olympique Marsiglia.
Criticato per la sua condotta fuori dal campo, nella stagione successiva Lentini avrebbe dovuto sconfiggere gli ultimi scettici. Tuttavia nella notte tra il 2 ed il 3 agosto 1993, di ritorno da un impegno amichevole a Genova, il calciatore avrà un terribile incidente stradale a bordo della sua Porsche, lungo l’autostrada Torino-Piacenza. Un incidente che riempì le cronache dei tg italiani e che fu provocato dalla velocità elevata (200 km orari) malgrado il calciatore si trovasse alla guida con il ruotino di scorta.
Miracolosamente scampato alla morte, dopo due giorni di coma Lentini affronterà una difficile riabilitazione, resa ancora più complessa dalle conseguenze neurologiche causate dall’urto: difficoltà nel parlare, problemi di memoria e di riflessi. Oltre che sul piano atletico, la talentuosa ala milanista sarà assistita da psicologi e logopedisti. Gigi Lentini tornerà in campo a stagione ampiamente inoltrata, nel 1994, collezionando solo 7 presenze e assistendo dalla tribuna alla vittoria della Champions League in finale contro il Barcellona. Malgrado l’attenzione di Arrigo Sacchi, le non ancora ottimali condizioni atletiche del calciatore causeranno la sua esclusione dalla lista dei convocati per i Mondiali di USA 1994. Resterà questo, probabilmente, il più grande rammarico della carriera di Gigi Lentini.
Tornato gradualmente a buoni livelli nella stagione 1994-95, nelle sette partite di campionato precedenti la finale di Champions League contro l’Ajax, Lentini andrà a segno per ben cinque volte, segnalandosi come uno dei calciatori più in forma della squadra. Malgrado ciò, Capello lo escluderà dai titolari nella finale disputata a Vienna e persa contro i Lancieri. Lentini verrà mandato in campo a soli cinque minuti dalla fine. Troppo tardi per incidere. «Quella sera è finita la mia carriera»: questo dichiarerà più volte il calciatore, colpito da un crollo psicologico e motivazionale che sarà alla base della fine della sua avventura al Milan. Nella stagione 1995-96, entrato in aperto contrasto con Capello, Gigi Lentini collezionerà appena 9 presenze in campionato.
In totale, nelle sue quattro stagioni al Milan, intermezzate dal grave incidente del 1993, Lentini collezionerà 96 presenze e 16 gol. Date le premesse una delusione cocente. Di quell’esperienza restano come pietre miliari della carriera di Lentini il gol nel derby contro l’Inter e la spettacolare rovesciata contro il Pescara. In rossonero il giocatore si è aggiudicato tre scudetti, una Champions League, tre edizioni della Supercoppa Italiana e una della Supercoppa Europea.
Dopo una discreta stagione all’Atalanta (dove Lentini ritrovò Mondonico), l’ala tornerà finalmente al Torino, per tentare di riportare la squadra granata in Serie A. Sfumata la promozione nella stagione 1997-98, con la sconfitta ai rigori nello spareggio contro il Perugia, l’anno successivo Lentini riuscirà nell’intento di aiutare la squadra del cuore a riconquistare la Serie A. La stagione 1999-2000, culminata nella retrocessione del Toro, sarà l’ultima in Serie A dell’ex stella del calcio italiano. In totale per lui 207 partite e 27 gol nel massimo campionato italiano.
Accordatosi con il Cosenza (prima e unica squadra non settentrionale di questo figlio di emigrati siciliani), Lentini ne diventerà una bandiera, anche per una scelta di cuore. Dopo tre stagioni in Serie B, infatti, nel 2003 l’ex giocatore più pagato al mondo seguirà i destini della squadra calabrese, ormai fallita, tra i Dilettanti. Chiuderà poi la carriera in Piemonte, nei campi di Eccellenza e Promozione, continuando a giocare fino a quarant’anni.
Con la Nazionale Italiana, di cui era divenuto un punto di riferimento dopo il Mondiale del 1990, Lentini esordì il 13 febbraio 1991 a Terni, in amichevole contro il Belgio. In azzurro disputerà in totale 13 partite, l’ultima delle quali nel 1996 contro la Bosnia.
Lasciato il calcio, Gigi Lentini si dedica oggi ad altre attività, tra cui l’apicoltura. La parabola triste di questo assoluto talento di origini siciliane, simile a una tragedia greca, rammenta quanto sottile sia il confine tra il trionfo e la caduta, consegnandoci una storia che in ogni caso merita di essere raccontata.