Il tecnico rosanero Silvio Baldini ha parlato in conferenza stampa della finale playoff che li attende domani. Per l’allenatore la parola chiave è “gioia”, per una gara che affronterà come se avesse già vinto. Nonostante la posta in palio sia altissima, arrivati all’ultimo ostacolo prima del salto di categoria, e l’avversario uno dei più ostici sulla piazza, Baldini non vuole sentire parlare di ansia, ma solo di felicità per poter vivere questi momenti. Come di consueto, Baldini ha messo da parte la tattica, almeno in conferenza stampa, preferendo le emozioni e il percorso.
Le sensazioni del tecnico
Baldini ha iniziato la conferenza stampa mantenendo la linea delle gare precedenti. Il Palermo proverà a imporsi sul campo con il proprio gioco, senza nessun timore verso gli avversari. “Questa è un’occasione da non perdere, non giocarcela per quello che valiamo sarebbe uno spreco troppo grande. – ha spiegato Baldini – Noi ci giocheremo la nostra partita a carte scoperte, senza timore reverenziale verso un avversario forte. Io sto vivendo la domenica come se avessi già vinto, pur sapendo che alle volte la vita porta un altro conto. Io penso che domenica il Palermo vincerà, ma non perché manco di rispetto agli avversari, anzi, ma questo è il mio modo di lavorare. Le idee le ho molto chiare, la cosa importanti è che i ragazzi giochino pensando di essere degli eroi. L’aspetto più gratificante è stato vedere i ragazzi allenarsi dando il massimo per migliorarsi.
Le scelte di formazione
“Non esistono gerarchie, esistono scelte che in certi momenti pagano tanto e in altri pagano meno – ha proseguito Baldini – Nell’ultimo periodo Damiani ha mostrato quello che vale e quindi ho preferito lui a Dall’Oglio. Soleri è talmente puro e onesto che non gliene frega niente di essere in prestito dal Padova. Lui giocherà per la causa del Palermo, è un ragazzo serio. Anche loro hanno 2 braccia e 2 gambe, non vengono da Marte, possiamo metterli in difficoltà ma dobbiamo dare il meglio di noi. Se ci mettessimo a pensare a loro, finiremmo per condizionarci. I giocatori devono provare gioia e non timore nel giocare una finale, questa è la mia unica richiesta”.
I programmi del destino e il lavoro sul gruppo
In conclusione l’allenatore dei siciliani ha spiegato su cosa ha lavorato durante la stagione, senza mai perdere la consapevolezza dell’ottimo lavoro svolto. “Io non ragiono sui pronostici perché non mi riguardano – ha chiarito – il mio lavoro è un altro. Io queste due settimane voglio viverle come se avessi già vinto, perché abbiamo fatto il nostro percorso. Il 23 dicembre, quando mi hanno contattato, sapevo che il destino mi stava regalando una possibilità. Il mio obiettivo era di arrivare al cuore dei giocatori per renderli delle persone migliori. Ci sono riuscito perché ho una grande fede, anche nei momenti più brutti sapevo dentro di me che l’avremmo raddrizzata“.