Il mondo dello sport piange la scomparsa di Sinisa MIhajlovic. Il 53enne serbo ha perso la sua malattia contro la leucemia mieloide acuta che gli era stata diagnosticata nel 2019 e contro la quale aveva combattuto in questi anni, vincendo anche il primo round, ma cedendo, brutalmente, alla lunga.
Una notizia che ha sconvolto tutti e che è arrivata al cuore di chi lo conosceva e anche di chi lo seguiva con simpatia in tutti questi anni trascorsi sui campi di calcio, in Italia prima da calciatore di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter e poi da allenatore di Catania, Bologna, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino.
Un uomo dal carattere forte, che lo ha esibito sul rettangolo di gioco e in panchina, ma anche lottando contro la la malattia che, purtroppo, non gli ha dato scampo.
Pochi giorni fa era apparso, seppur affaticato, a Roma alla presentazione del libro di Zdenek Zeman, due uomini fuori dalle righe che si sino sempre stimati. E quell’abbraccio fra i due rimane una fotografia da regalare ai posteri, istantanea di due talenti di un calcio vero che va via via scomparendo. Nelle ultime ore l’aggravarsi delle sue condizioni sino alla notizia del decesso avvenuta oggi.
Mihajlovic lascia la moglie e sei figli, ma lascia in tutto il mondo dello sport e del calcio, in particolare, un vuoto difficile da colmare. Perché Sinisa era un uomo vero, che andava dritto al cuore, ma che diceve tutto quello che pensava. Nel bene e nel male.
Ciao Sinisa, ci mancherai…