Il goal di Lovric, la grande paura e lo sconforto di dover rimandare ancora la festa. Poi, nel secondo tempo, la zampata del solito Osimhen per far esplodere la gioia di un intero popolo nel mondo. A distanza di oltre trent’anni, il Napoli è campione d’Italia aggiudicandosi una Serie A dominata e monopolizzata fin dall’inizio. Un successo aritmetico con ben cinque giornate d’anticipo e con un enorme divario sulle avversarie. Il pareggio di Udine ha solo sigillato il tutto e adesso ci sarà spazio per le ultime giornate come passerella. Di fronte alle migliaia di tifosi che hanno assiepato il “Diego Armando Maradona”, il presidente De Laurentiis ha ricordato chi negli anni ha contribuito a questo successo rilanciando le sue ambizioni in Italia e in Champions League.
Che fosse una stagione particolare e speciale, però, lo si era capito fin dall’inizio. E’ stata l’estate dei grandi addii da Insigne, a Mertens passando per Koulibaly, il Napoli chiudeva un ciclo con i suoi senatori. Il lavoro in sede di mercato del direttore sportivo Giuntoli è stato perfetto costruendo una squadra competitiva e profonda abbassando anche il monte ingaggi. Il lavoro di Spalletti, poi, ha reso il tutto perfetto. Una perfezione difensiva e una concretezza offensiva che fin dall’esordio è stata evidente. A Verona arriva un 2-5 pirotecnico con le firme di Osimhen, Politano, Lobotka, Zielinski e del nuovo talento Kvaratskhelia. Tre punti che si ripetono anche all’esordio al “Maradona” con il 4-0 sul Monza.
I dubbi, però, riguardano la continuità. Dopo due successi roboanti, il Napoli coglie due pareggi contro Fiorentina e Lecce mostrando delle difficoltà offensive. E’ solo un momento passeggero perché la squadra di Spalletti riparte alla grande dal 1-2 dell’Olimpico contro la Lazio. Dal blitz esterno arrivano altre dieci vittorie di fila tra cui i successi contro Milan, Atalanta e Roma. Il 2022 si chiude con la festa al “Maradona”: 3-2 sull’Udinese.
E’ una stagione anomala vista la lunga sosta invernale per il Mondiale in Qatar e la ripresa fa paura a tutti. Storicamente gli ambienti sportivi puntano sulle problematiche delle squadre di Spalletti nella seconda parte di stagione. Una paura che tutto l’ambiente azzurro sente dopo la caduta contro l’Inter a gennaio. Il Napoli appare irriconoscibile e si comincia a parlare di possibile declino. E’ solo una parentesi negativa perché Osimhen e compagni reagiscono subito e regalano la notte più bella al proprio pubblico annichilendo la Juventus con il punteggio di 5-1. Da l^ in poi arrivano altre sei vittorie consecutive in cui la squadra non subisce più goal. Nel momento clou della stagione, però, il Napoli arriva in debito di ossigeno. La lunga cavalcata toglie tante energie fisiche e mentali: a cavallo tra marzo e aprile la squadra manca gli appuntamenti più importanti. Con uno scudetto in tasca, il percorso Champions League appariva segnato verso la finale. Invece gli azzurri vengono eliminati dal Milan e in Serie A subiscono due KO interni proprio contro i rossoneri e la Lazio. Il segno che nessuna squadra è invincibile.
E siamo arrivati alle ultime settimane. Il Napoli batte per la seconda volta la Juventus con la rete di Raspadori in pieno recupero. Nel ricordo della zuccata di Koulibaly, l’esito del campionato questa volta è diverso. Il goal splendido di Dia rimanda la festa al “Maradona” che però esplode durante la trasferta di Udine. Adesso ci sarà spazio per la premiazione e la passerella nella gara interna contro la Fiorentina per giocarsi poi le ultime giornate con la massima serenità e gioia. Un’annata spettacolare per una squadra che, a lunghi tratti, ha espresso il miglior calcio d’Europa. Solo il futuro prossimo ci dirà se il Napoli avrà aperto un ciclo.