In casa Palermo le acque non sono serene. Gli ultimi risultati hanno alimentato la delusione dei tifosi per una prima parte di stagione nettamente non all’altezza delle aspettative estive. Ad animare il dibattito sul momento dei rosanero è anche la situazione del capitano Matteo Brunori, che appare sempre più fuori dalle preferenze del tecnico Dionisi. Esiste ormai un vero e proprio “Caso Brunori”?
I NUMERI DEL CAPITANO
La situazione del numero 9 rosanero è di grande delicatezza per gli equilibri dello spogliatoio e i rapporti tra squadra e piazza. Matteo Brunori, infatti, è il giocatore simbolo della rinascita del Palermo, nonché ormai un pezzo di storia del club. Trascinatore assoluto della squadra siciliana nella sua scalata dalla Serie C al campionato cadetto nella stagione 2021/22, in quell’annata Brunori ha conquistato la classifica cannonieri della terza serie con 29 gol all’attivo.
Nelle due annate successive in Serie B, l’italo-brasiliano è stato il miglior marcatore rosanero, mettendo a segno 17 gol a stagione, per un totale di 34 reti. Il computo generale delle marcature di Brunori con la maglia del Palermo, comprensivo di 3 reti in Coppa Italia e una nel campionato in corso, è di 67 gol. Un numero impressionante, che fa dell’attaccante di Assisi il secondo miglior marcatore della storia palermitana, preceduto solo da Fabrizio Miccoli a quota 81.
I numeri da record, il contributo determinante alla promozione in Serie B dopo il fallimento, la fascia di capitano: questi sono alcuni dei fattori che rendono ancora più delicata la questione legata all’attaccante. Brunori, dopo una carriera nelle categorie minori, è entrato nel grande calcio grazie alle straordinarie stagioni al Palermo. Diventato un beniamino cittadino, il numero 9 ha spesso manifestato il proprio legame con la piazza (a Palermo è nata anche sua figlia Matilde), ma questo rapporto così intenso ha subito frizioni non indifferenti negli ultimi mesi.
AMBIZIONI E CONTRASTI
Alla base delle frizioni tra Brunori e almeno una parte della tifoseria ci sono state le parole dell’attaccante a margine della sconfitta nella semifinale dei playoff contro il Venezia. Era il 24 maggio ed al termine del match che decretò la fine delle speranze di Serie A dei rosanero, il capitano del Palermo dichiarò: “Sicuramente giocare a Palermo non è semplice: hai delle pressioni che ti responsabilizzano, ma a volte la piazza in un attimo ti può distruggere”. Un commento forte, che non tardò ad alimentare critiche e polemiche e a cui seguì un lungo silenzio del giocatore durante il ritiro pre-campionato.
Da quel 24 maggio il rapporto tra Brunori e il Palermo è sembrato più volte sul punto di interrompersi. Ad amplificare le congetture sull’addio di Brunori anche la consapevolezza delle legittime ambizioni di un giocatore giunto ai trent’anni di età, tra i più prolifici della Serie B e desideroso di giocarsi le sue carte nel massimo campionato. Molte le voci di mercato alimentate in estate, con diverse squadre di Serie A che si sarebbero mostrate interessate al giocatore ma spaventate dalla richiesta del club, fissata attorno ai 9-10 milioni di euro. Anche la Cremonese, contendente del Palermo in Serie B, avrebbe presentato un’offerta di ben 6 milioni, rispedita al mittente dalla società di Viale del Fante. All’atto della propria presentazione come nuovo direttore sportivo dei rosanero, il 26 giugno, Morgan De Sanctis assicurò la centralità del bomber nel progetto tecnico del nuovo Palermo di Dionisi, togliendolo pubblicamente dal mercato.
E così Brunori è rimasto al Palermo, rompendo il proprio silenzio il 29 luglio, con un’intervista ai canali ufficiali del club. “Io sono fiero di indossare questa maglia, di fare il capitano e di essere entrato nella storia di questo grande club: ho sempre onorato e rispettato questi colori – esordì l’attaccante – e continuerò a farlo”. Entrando nel merito del suo silenzio dopo Venezia Brunori spiegò: “In questi due mesi ho preferito attendere e riflettere molto: ho letto tanti commenti negativi nei miei confronti, sia sui social che sui media. Questo mi ha fatto veramente male perché ho un legame fortissimo con questa città. Rispetto le opinioni di tutti, prima di essere un professionista sono un uomo: questi due mesi li ho vissuti in maniera non bella e lo trasmettevo anche al di fuori. Sono riuscito a metabolizzare e darmi la carica per ricominciare al massimo”.
DA PROTAGONISTA A COMPRIMARIO
Ristabilito almeno parzialmente il sereno con la piazza, Brunori ha iniziato la propria stagione conoscendo una situazione nuova, ovvero la convivenza con il compagno di reparto Thomas Henry, arrivato dal Verona. Non più inamovibile terminale offensivo rosanero, dopo un’alternanza comunque piuttosto equilibrata a inizio stagione, Brunori ha gradualmente ceduto il posto da titolare al francese, trovando via via sempre meno spazio nelle scelte imposte dal 4-3-3 di Dionisi.
Da protagonista assoluto a comprimario di lusso, Brunori sta così vivendo la sua stagione più difficile da quando gioca all’ombra di Monte Pellegrino. Con un solo gol all’attivo, siglato su rigore da subentrato nel corso del match vinto contro la Juve Stabia, l’italo-brasiliano ha trovato ancora meno spazio nell’ultimo mese, complice una tallonite. Sono solo 400 i minuti sin qui giocati dall’attaccante. In una recente conferenza stampa Dionisi ha chiarito come secondo lui la squadra non abbia ancora l’equilibrio necessario per sostenere un eventuale tandem Brunori-Henry, malgrado le caratteristiche diverse e potenzialmente compatibili dei due giocatori.
Se il “Caso Brunori” poteva apparire latente fino al match contro il Cittadella, esso è esploso prepotentemente dopo il pareggio rimediato a Frosinone. Al “Benito Stirpe”, infatti, Dionisi ha schierato dal primo minuto Le Douaron al centro dell’attacco, preferendolo sia ad Henry (subentrato nella ripresa) che allo stesso Brunori. In una partita finita in pareggio e che ha segnato l’ennesimo risultato non esaltante dei rosanero, il capitano non ha trovato minutaggio. Al termine del match, rispondendo in merito al mancato impiego del numero 9, Dionisi ha dichiarato: “Gioca chi si allena meglio in settimana. Così ho fatto sempre e così farò sempre. Chi spinge in allenamento e chi ha le caratteristiche per fare bene gioca”.
IL FUTURO
Con un attacco che stenta a finalizzare, in molti si chiedono se rinunciare a Brunori non sia una privazione troppo grave per il gioco della squadra rosanero. Sul piano tecnico puntare ancora su Brunori significherebbe preferirlo al centravanti boa Henry oppure, qualora Dionisi decidesse di mettere in discussione il 4-3-3, schierare il capitano al fianco dello stesso ex Verona o dell’altro transalpino Le Douaron. Per il Palermo, dopo la sosta, si avvierà un momento decisivo della stagione: la squadra di Dionisi ha bisogno di mettere in fila una serie di vittorie al fine di rilanciarsi almeno in chiave playoff.
L’apporto dell’attaccante dei record potrebbe essere fondamentale per capacità realizzativa e colpi di genio, ma è da capire se il giocatore sia già un “separato in casa” in attesa di essere ceduto o se, da parte del tecnico e della società, ci saranno ancora la voglia e la capacità di recuperarlo alla causa palermitana. Alla finestra, osservando la situazione in vista di gennaio, ci sarebbero diversi club di Serie A, tra cui Torino, Venezia, Genoa e Cagliari. E non è escluso che questa volta la dirigenza rosanero si trovi costretta ad abbassare il prezzo del cartellino, ponendo la parola fine sull’intensa favola rosanero di Matteo Brunori.