Sulla situazione attuale che sta riguardando ognuno di noi senza esclusione alcuna, si stanno esprimendo i vertici delle varie istituzioni, ma anche i rappresentanti del mondo del calcio, tra cui giocatori, presidenti e allenatori.
E dall’Inghilterra, più precisamente da Liverpool, in esclusiva per il Corriere dello Sport, ha parlato Carlo Ancelotti, tecnico dell’Everton, appena rientrato da una breve passeggiata: “È ancora permessa, una al giorno, da soli o con il cane. Per il momento non c’è bisogno dell’autocertificazione, ma immagino che presto sarà introdotta anche qui come in Italia. In giro si comincia a vedere un po’ di polizia. Le attenzioni maggiori sono per Londra, Liverpool ha grandi spazi, Londra è più compressa. Il Governo sta lavorando con scrupolo, ora, gli inglesi hanno fiducia nell’Nhs, il sistema sanitario nazionale, l’Everton sta facendo tanto in termini di assistenza. Noi tutti stiamo vivendo una vita alla quale non eravamo abituati e che ci cambierà profondamente».
Poi prosegue, parlando di un calcio quasi rivoluzionato una volta che si tornerà alla normalità: “L’idea iniziale era quella di ripartire a maggio, ma è fuori discussione che ci si riesca. Sento parlare di taglio degli stipendi, di sospensione dei pagamenti, ma mii sembrano soluzioni inattuali. Presto cambierà l’economia, e a tutti i livelli, i diritti televisivi varranno di meno, i calciatori e gli allenatori guadagneranno di meno, i biglietti costeranno di meno perché la gente avrà meno soldi. Prepariamoci a una contrazione generale».
Poi ribadisce le priorità di questo momento: “Oggi la priorità è la salute, limitare il contagio. Tutto il resto è secondario. Quando si ricomincia, quando si finisce, le date, le promesse, le speranze… non m’importa, in questo momento è l’ultimo dei miei pensieri.”