Dopo aver abbandonato la poltrona da dirigente giallorosso, è tornato a parlare dopo alcuni mesi l’ex capitano della Roma: Francesco Totti. Tra gli argomenti trattati ci sono la sua carriera, il rapporto con Spalletti e molto altro, compreso il futuro che lo aspetta.
“Sto lavorando per cercare il nuovo Totti in Italia, in Europa, nel mondo. E sono certo che ci riuscirò”. Questa la dichiarazione più forte rilascuata dal Pupone ai microfoni di Sky. “Io ho lanciato questa agenzia di scouting per scovare nuovi numeri dieci che sappiano divertire, poi il coronavirus ci ha fermati. Ma troverò un altro Totti e lo crescerò come hanno cresciuto me”.
Non poteva mancare la descrizione della sua giornata tipo in questo periodo di reclusione: “La giornata è lunga, ma fortunatamente ho la famiglia che mi sostiene, sto dietro tutto il giorno ai bambini. Il tempo lo passo così: giochi, palestra e tanta tv. Tra serie tv e film abbiamo quasi scaricato Netflix, è l’unico modo per passare le sere. Ora poi che è tornata la Casa di Carta, siamo sempre in prima linea”.
Poi ovviamente arriva puntuale il treno dei ricordi: “Il 19 febbraio 2006 mi fratturai perone e legamenti, Mariani mi disse che era un infortunio da 7-8-9 mesi di stop, ma che con la mia volontà avrei potuto essere al Mondiale. All’inizio non ci credevo, poi la visita del mister (Lippi) mi trasmise voglia di farcela. Sapevo che sarebbe stata la mia ultima avventura in azzurro, avevo già deciso di smettere a causa dei problemi con la schiena. Dovevo decidere: o la Roma che era la mia vita o la Nazionale, decisi di rinunciare a questa. E grazie a Lippi e ai compagni sono riuscito a vincere la cosa più bella per un professionista”.
Prosegue con la decisione presa da De Rossi, suo grande amico e eterno erede, e del suo possibile doppio approdo alla Sampdoria: “Rispetto la sua scelta di chiudere al Boca, anche io a fine carriera ho avuto delle opportunità: America, Emirati Arabi, Italia. Volevo continuare, poi mi sono detto: un anno o due in più in campo non mi cambia niente, uno o due in più lontano dalla Roma mi cambia invece tutto. La Sampdoria mi voleva a tutti i costi, Ferrero avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarmi lì. Nel 1997 non ci fosse stato quel torneo Città di Roma, la settimana dopo avrei firmato per la Samp in prestito. E chissà dove sarei andato dopo, di certo non sarei più tornato a Roma”. E invece la storia ha voluto che con la casacca della Lupa segnasse un’epoca.
In seguito tocca un tasto un po’ delicato, ovvero il rapporto ambivalente tra lui e Spalletti: “Ho vissuto due Spalletti diversi: il primo era top, come un secondo padre. Il secondo è stato forse influenzato da qualcun altro. Non dico per mettermi il bastone tra le ruote, ma qualcosa non è andato nel migliore dei modi”. Non si è fatta attendere la stoccata ai rivali di sempre della Lazio: “Oggi ho un bel rapporto con Simone Inzaghi, per me uno dei migliori allenatori italiani. Avesse allenato un’altra squadra, sarei anche contento che il campionato ripartisse. Da romanista, invece, spero che la Lazio abbia un blackout il prima possibile”.
Infine lascia un parere sull’attuale Roma, quella guidata da Fonseca: “Una Roma che vive di alti e bassi, purtroppo siamo abituati a questi problemi. Fonseca invece è un grandissimo allenatore, che sta capendo Roma e il calcio italiano, una persona di cui tutti mi parlano bene, ad iniziare dai giocatori. Con alcuni innesti precisi della società e voluti dal mister, il prossimo anno possiamo fare un grande campionato”.
Un Totti a cuore aperto quello che si è raccontato, un Totti desideroso di ripartire nelle vesti di un nuovo ruolo, e chissà che in un futuro non troppo lontano non possa tornare tra la braccia di quell’ambiente che l’ha coccolato per oltre 25 anni.
Evitiamo qualsiasi spostamento superfluo, restiamo a casa! #iorestoacasa #distantimauniti @SportGoverno pic.twitter.com/qPta7QhHQ9 — Francesco Totti (@Totti) March 11, 2020