Nonostante la notizia non fosse trapelata inizialmente, è intervenuto sull’emergenza Coronavirus Piero Volpi. Il responsabile dell’area medica dell’Inter ha contratto il Covid-19 ed ha raccontato la sua esperienza in merito.
Lo storico medico dell’Inter, direttore dell’Unità Operativa Ortopedia dell’Humanitas di Milano, è tornato da poco a casa dopo aver passato diverse settimane in ospedale. Dopo la quarantena in isolamento casalingo di 14 giorni, effettuerà due nuovi tamponi per conoscere la situazione.
Il medico ha contratto il virus in ospedale, raccontando le sue sensazioni:” Per una settimana ha convissuto con sintomi lievi, qualche colpo di tosse, nulla di più. Pian piano però il malessere aumentava. I primi quattro giorni sono stati durissimi. Sembrava di vivere in un’altra dimensione: la testa era lucida, ma il corpo non rispondeva più, come si fosse spento il computer. Non avevo più appetito, faticavo a respirare e persino a muovermi. Usavo l’ossigeno, sono stato curato con antivirali e antibiotici. Il tutto in totale isolamento: l’unico contatto vero con il mondo esterno era il mio cellulare.”
Sulla situazione italiana è abbastanza chiaro e diretto:” C’è una totale distanza tra la realtà vera e quella percepita, in questa tremenda storia. Solo chi ha visto con i propri occhi quanto accade dentro un ospedale di questi tempi, può davvero capire. La realtà è molto differente, molto lontana dai numeri quotidiani che ascoltiamo dai bollettini. E questo mio discorso vale per tutte le componenti, anche quelle sportive: il rischio è che si tenda a sottovalutare l’emergenza che stiamo ancora affrontando”.
Infine sulla ripresa calcistica, il dott. Volpi è abbastanza chiaro:” Abbiamo a che fare con la salute, i rischi sono enormi, qui ci sono in ballo le vite delle persone. E nel caso di una squadra che deve giocare, ci sono 60 o 70 famiglie da proteggere. Ci guidi la scienza, non altro”.