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A tu per tu con… Antoine Busuttil

CalcioTime intervista in esclusiva Antoine Busuttil, fondatore e direttore di maltafootball.com, e collaboratore della Malta Football Association.
Antoine Busuttil dirige il sito maltafootball.com – sito sul calcio maltese da lui lanciato nel 1996.
Negli ultimi ventiquattro anni, ha collaborato con vari siti web ed agenzie di stampa internazionali come corrispondente sul calcio maltese.
Oltre a dirigere maltafootball.com, lavora anche per il sito web della federazione di calcio Maltese (Malta Football Association) ed anche per il giornale Times of Malta.

Come state vivendo la pandemia? Le restrizioni sono simili a quelle degli altri paesi europei?
“Sicuramente questa pandemia ha portato ad una situazione straordinaria che nessuno poteva immaginare. Sentirsi dire che devi rimanere a casa, non uscire se non per lavoro o per comprare cose essenziali, non poter viaggiare all’estero non erano cose che uno si aspettava qualche settimana fa. La chiusura dei collegamenti aerei e navali con l’Italia e poi voli dalla Svizzera, Germania, Francia e Spagna sono stati i primi provvedimenti del governo maltese. Sono seguite le chiusure delle scuole e università, prima per dieci giorni e poi fino a settembre. La quarantena volontaria, per quelli che arrivavano dall’estero, è diventata d’ obbligo e poi, il 23 marzo, tutti i voli passeggeri sono stati sospesi con l’aeroporto rimasto aperto solo per voli che trasportano merci ed ai voli di rimpatrio. Non si poteva stare in gruppi di più di tre persone in luoghi pubblici, se non parte di un nucleo familiare. Bar, ristoranti, cinema, club e palestre sono stati i primi a dover chiudere e, dopo qualche giorno, è toccato a tutti i negozi non essenziali, come ulteriore misura di contenimento dell’epidemia di coronavirus. Nell’ultimo fine settimana di marzo è scattata la quarantena per oltre 110mila persone che avevano superato i 65 anni di età, e per tutti coloro che, sebbene di età inferiore, fossero considerati vulnerabili perché colpiti da altre patologie. Ma, nel frattempo, il governo ha sempre resistito alla richiesta di una chiusura totale, dicendo che quello che stava facendo fosse la cosa più giusta. Il primo maggio, appurato che il numero dei casi attivi fosse sotto contro, il primo ministro maltese ha affermato che il progetto era quello di revocare la maggior parte delle misure restrittive entro tre settimane ad eccezione dell’aeroporto che rimarrà chiuso almeno fino alla fine di maggio”.

2) Come sta incidendo l’emergenza sanitaria sul tessuto economico del paese?
“L’economia maltese dipende tanto dal turismo e, quindi, la chiusura di porti e aeroporti ha avuto un impatto pesantissimo. Ovviamente questo ha colpito anche hotel e imprese che offrono servizi ai turisti. La chiusura di negozi ed alcune imprese ha portato alla perdita di lavoro, in particolare per lavoratori part-time anche se il governo ha fatto del suo meglio per aiutare le aziende. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una contrazione del 2,8% nell’economia del Paese nel 2020 e che l’economia maltese si sarebbe ripresa nella seconda metà del 2020”.

3) Il governo sta intervenendo in aiuti concreti a cittadini, lavoratori e imprese?
“Il governo maltese ha stanziato circa €2 miliardi per aiutare imprese e lavoratori. Il piano del governo prevedeva €900 milioni di garanzie sui prestiti, €210 milioni in aiuto all’economia, €700 milioni di esenzioni fiscali e €35 milioni per il sistema sanitario. Le imprese ricevono €350 euro per ogni dipendente in congedo per la quarantena mentre per quelle che hanno avuto una sospensione totale il governo paga tre giorni su cinque di lavoro perso. Il governo sovvenziona le società private nei settori più colpiti dall’epidemia di Coronavirus per un importo di €800 al mese per dipendente, con i datori di lavoro che concordano di sborsare altri €400 per lavoratore. Quindi i lavoratori prendono uno stipendio di € 1.200 anziché subire licenziamenti. I dipendenti che hanno perso il lavoro ricevono un sussidio fino a €800 al mese. I lavoratori autonomi che hanno perso il proprio lavoro ricevono un sussidio per due giorni alla settimana, fino ad €800 al mese. Quelli che hanno assunto dei dipendenti ottengono una copertura da parte del governo per tre o cinque giorni di lavoro perso”.

Passiamo subito all’ambito calcistico. Come il movimento calcistico maltese sta reagendo alla situazione? I campionati sono sospesi (come in Italia e Spagna), in attesa di ripresa (come in Germania e Inghilterra), o annullati (come in Francia e Olanda)?
“Dopo lo scoppio della pandemia, la Malta Football Association (MFA) ha deciso di fermare l’attività calcistica giovanile ed aveva l’intenzione di disputare le gare degli altri campionati a porte chiuse. I campionati sono stati sospesi per una decina di giorni e questo primo stop è stato prolungato dal 23 marzo al 5 aprile e poi a tempo indeterminato con l’intenzione di riprendere, magari a giugno. Ma, la scorsa settimana, la MFA ha deciso di fermare tutti i campionati ad eccezione della Premier League e la FA Trophy (la coppa nazionale).  La volontà della Federcalcio maltese, seguendo le istruzioni della UEFA, è di proseguire il campionato, ma questo sarà possibile solo se il governo e le autorità sanitarie daranno il loro consenso. 
Il Floriana del presidente Riccardo Gaucci ed allenato dal napoletano Enzo Potenza guidava la classifica della Premier League con tre punti di distacco dalla Valletta. Il Floriana non vince un campionato dal 1993 mentre il Valletta, ora allenata da Giovanni Tedesco, ha vinto il campionato l’anno scorso. Ci sono sei turni ancora da giocare e le semifinali di coppa. L’esecutivo della MFA dovrà decidere che fare nelle prossime settimane. Da una parte ci sono club come Valletta, Gzira United e Birkirkara che spingono per proseguire, altri club che vorrebbero il campionato annullato ed altri che preferirebbero che il campionato si fermasse qui congelando la classifica. Non si sa ancora cosa succederà per quanto riguarda promozioni e retrocessioni da e nei campionati minori. Una decisione che probabilmente verrà presa tra qualche settimana. 
Per quanto riguarda la nazionale maltese, questi dovevano essere mesi importanti dopo la nomina di Devis Mangia quale nuovo commissario tecnico. Tra marzo e giugno, Malta doveva giocare cinque amichevoli in preparazione alla UEFA Nations League.  Fra gli altri erano in programma amichevoli contro Gibilterra e l’Azerbaigian a marzo ed il Portogallo a giugno”.

La Premier League maltese è a tutti gli effetti “professionistico”, dal punto di vista retributivo degli atleti? Come federazione e leghe nazionali stanno intervenendo per aiutare i tesserati?
“La federazione ha chiesto al governo di estendere le misure di aiuto finanziario ad imprese anche al settore sportivo perché. La MFA insiste che il calcio apporta un contributo significativo all’economia del paese, con il rendimento sociale annuo degli investimenti che raggiunge milioni di euro. Grazie a ciò i club possono garantire ai giocatori professionisti un salario di €1.200 con un contributo di €800 dal governo e €400 dal club.
Il Social Dialogue Committee – un forum presieduto dalla MFA e che riunisce rappresentanti di club, giocatori e allenatori per discutere questioni di reciproco interesse – ha discusso questa situazione straordinaria e mentre garantisce un insieme di condizioni minime, lascia libero spazio a club e giocatori per raggiungere un accordo su condizioni migliori. Inoltre, dopo la terminazione dei campionati minori, la Malta Football Players Association – l’associazione calciatori – sta cercando di aiutare i giocatori con contratto in scadenza che non possono lasciare il paese per colpa della chiusura dell’aeroporto”.

In generale, il movimento nazionale maltese negli ultimi anni è stato giudicato in crescita da molti addetti ai lavori, a suo giudizio a quale categoria dei campionati italiani è più comparabile?
“Il livello del gioco è cresciuto con l’arrivo di giocatori stranieri che stanno facendo la differenza. Giocatori d’esperienza o giocatori più giovani con una grande fame di farsi valere stanno facendo bene. Nel campionato c’è ancora un limite al numero degli ‘stranieri’ in campo in virtù di una norma che prevede la contemporanea presenza di quattro giocatori cresciuti in un vivaio di un club maltese. La crescita si vede anche nei primi turni delle coppe europee con più club che passano al secondo o al terzo turno.  Direi che i top club maltesi possono equivalere ai club di bassa classifica in Serie B e quelli che lottano per la promozione dalla Serie C, mentre la maggior parte dei club della Premier League maltese farebbe bene in C”.

Malta è culturalmente e calcisticamente molto vicina all’Italia. Nel Regno Unito si propone la partecipazione alla Premier League inglese di top club scozzesi come Celtic e Glasgow Rangers. Lei come vedrebbe la partecipazione di top club maltesi in campionati italiani, in via sperimentale?
“Calcisticamente, Malta è molto vicina all’Italia. Negli anni ci sono stati molti allenatori e giocatori italiani nei campionati locali. Pietro Ghedin è stato allenatore della nazionale maltese e, a fine anno, la federcalcio maltese ha affidato la guida tecnica della nazionale a Devis Mangia. L’idea di un club maltese che potesse partecipare in un campionato italiano c’è stata da sempre ma non si è mai fatto nulla. Un precedente c’è stato nel basket una ventina d’anni fa quando La Valletta ha partecipato nella Serie C1. Una partecipazione in un campionato italiano sicuramente potrebbe dare esperienza, in particolare a giocatori maltesi nel giro della nazionale. Finora un grosso limite del calcio maltese è la limitata presenza di giocatori locali all’estero”.

Riguardo la situazione dei maggiori campionati continentali e delle coppe europee, come giudica le gestioni delle rispettive leghe e federazioni, e quelle della Uefa e della Fifa?
“Per quanto riguarda i maggiori campionati europei, uno deve capire la situazione particolare in quel Paese. Le federazioni nazionali e leghe devono fare tutto il possibile per completare le competizioni nazionali ma in certe situazioni questo non sarà possibile. Sicuramente non si può andare oltre fine luglio per completare la stagione. Sono d’accordo con la UEFA che spinge per completare i campionati domestici. Per quanto riguarda le coppe europee, si parla del mese di agosto per chiudere ma si dovrebbe vedere se sarà pienamente possibile viaggiare tra un paese all’altro, in particolare per quei club che vengono dalle zone più colpite dalla pandemia. Le decisioni della UEFA e della FIFA di dare fondi necessari a club e federazioni per poter sopravvivere in questo periodo difficilissimo, in particolare alle piccole federazioni che farebbero fatica a sopravvivere in questa situazione”.

Vuole mandare un saluto ed un augurio ai lettori di CalcioTime ed in generale agli appassionati di calcio italiani?
“Un carissimo saluto a tutti i lettori di CalcioTime. Speriamo che al più presto tutto tornerà alla normalità. Soprattutto uscire con i nostri cari, incontrare gli amici …. Ma anche seguire la squadra del cuore, vedere le partite in TV ed andare allo stadio”.

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