Novanta minuti non per cuori deboli, sicuramente. Nell’ultima giornata del Girone B del campionato di Serie C la Virtus Verona si regala il sogno chiamato play-off grazie a una rete siglata da Danti su punizione a recupero praticamente scaduto. La sfida contro il Modena termina 3 a 3 e per la prima volta nella sua storia, il club di Borgo Santa Croce, piccolo quartiere nel cuore della città scaligera, taglia questo incredibile traguardo.
Cuore grande rossoblù
Nervi saldi e attenzione rivolta al campo. E l’undici sceso in campo al Gavagnin per l’ultimo impegno della stagione regolare ha saputo reagire alle difficoltà. Fresco si schiera con il consueto 4-3-1-2, puntando sul tandem d’attacco formato da Arma e De Marchi con Danti ad agire alle loro spalle. L’avvio di gara è a dir poco traumatico con gli ospiti che rifilano un tremendo uno, due nell’arco dei primi 23′ grazie alle reti di Scappini e di Pierini, quest’ultimo glaciale dal dischetto. I rossoblù appaiono sotto ritmo, ma non si abbattono. A pochi minuti dal duplice fischio Lonardi viene atterrato in area modenese. Penalty sacrosanto, che Arma trasforma con grande freddezza. Discorso riaperto. Si va a riposo sotto di un solo goal.
Al rientro sul rettangolo verde i padroni di casa prendono in mano le redini dell’incontro, trovando all’ora di gioca la rete del pari. Ancora una volta Arma si rende protagonista e con il mancino trafigge il portiere avversario. Riacciuffato il risultato tanto inseguito e voluto dal team veronese, ma non bisogna abbassare la guardia. Come non detto. Neanche il tempo di festeggiare che Luppi inventa per Monachello, il quale non sbaglia davanti a Sibi. Tutto da rifare. Le energie sono allo stremo, ora conta l’anima del gruppo. L’occasione si presenta nuovamente dagli undici metri, ma Narciso ipnotizza Danti, che si dispera. Il mondo crolla addosso alla truppa di Fresco, ma il destino tifa per la Virtus. Minuto 95. De Rigo conquista un fallo dal limite dell’area. Ultima chance per acciuffare un traguardo storico. Danti vuole riscattare l’errore precedente e si incarica del compito con la leadership del simbolo. Parabola perfetta che si insacca sotto il sette. Tripudio virtussino e obiettivo centrato.
“Abbiamo coronato un sogno”
Incontenibile la gioia finale di Danti, l’uomo copertina di questa formazione, dopo la magistrale traiettoria infilatasi alle spalle di Narciso, come incontenibile l’entusiasmo di tutto il collettivo e dei pochi presenti allo stadio. Il numero uno del club Gigi Fresco quasi non realizza quanto successo: “Quando ha fischiato la punizione ho pensato che quella fosse l’ultima occasione. Abbiamo raggiunto un sogno che ci dà una carica di autostima enorme, considerato che l’abbiamo fatto con i nostri mezzi. Cioè pareggiando contro il Modena, con il Gubbio vittorioso con il Fano”. Un traguardo tagliato dopo soli tre anni di militanza nella categoria: “Direi che è stata una progressione giusta: il primo anno siamo retrocessi per poi essere ripescati, il secondo ci siamo salvati e il terzo i play-off”.
Successivamente l’allenatore della Virtus commenta da vicino la gara: “Nel primo tempo abbiamo commesso qualche errore, poi, però, abbiamo preso una traversa, il portiere ha salvato su un tiro bellissimo di Danti, abbiamo sbagliato un rigore: come il solito di occasioni ne abbiamo avute. Nella ripresa non siamo usciti a pressarli, ma li abbiamo aspettati. Loro sono bravi a palleggiare e se li pressi lo devi fare in modo aggressivo”. Adesso meritato riposo per l’intera compagine, poi c’è da preparare il confronto con la Triestina, avversario ostico per la prima partecipazione ai play-off: “C’era qualche partita più semplice, ma va bene così – sorride Fresco – Andremo a cuor leggero. La Triestina ha maggiori individualità. Se avessimo affrontato il Cesena avremmo trovato una squadre con più gioco. Forse la migliore contro cui scontrarsi sarebbe stato il Matelica, ma non sarebbe stato possibile a causa degli incroci degli altri risultati.” Senza paura e con la testa sgombra. Questo il motto della Virtus in vista del prossimo impegno, consapevole di aver realizzato qualcosa di davvero incredibile.