Il Verona ha ufficializzato l’arrivo in panchina di Eusebio Di Francesco. La società scaligera ha così occupato la casella lasciata vuota da Ivan Juric, accasatosi al Torino. Il tecnico nato a Pescara ha sottoscritto un contratto della durata di due anni, valido fino al 30 giugno 2023. Dopo le sfortunate esperienze maturate alla guida di Sampdoria, prima, e di Cagliari, poi, Di Francesco ha scelto la piazza veronese per rilanciarsi. L’intenzione è quella di dimostrare di essere ancora all’altezza di un torneo ostico e prestigioso come la Serie A.
La carriera da calciatore di Di Francesco
Prima di intraprendere il percorso da allenatore, Di Francesco ha disputato una carriera da calciatore a buonissimi livelli. Dopo aver esordito nella massima serie italiana con la casacca dell’Empoli, il nuovo timoniere gialloblù è sceso due volte di categoria con i toscani, giocando da titolare una stagione in B e due in C1. Successivamente per quattro anni è il perno del centrocampo della Lucchese, ruolo che gli vale la chiamata in Serie A del Piacenza. Milita nel club emiliano per due annate, meritandosi poi il passaggio alla Roma, con cui conquista lo scudetto nel 2001. Tornato a Piacenza, conclude la sua esperienza sul campo con le maglie di Ancona e Perugia, appendendo gli scarpini al chiodo nel 2005 all’età di quasi 36 anni.
La carriera da allenatore di Di Francesco
Dopo un periodo di studio e di apprendimento della nuova dimensione in cui sarebbe entrato, Di Francesco riceve le prime offerte. Nel 2008 la Virtus Lanciano, che al tempo militava in Prima Divisione (attuale Serie C), gli concedela prima chance da allenatore, ma viene esonerato dopo venti giornate. L’anno seguente viene chiamato a sostituire Cuccureddu alla guida del Pescara. Con la squadra della sua città ottiene la promozione in Serie B, ai danni proprio del Verona, battuto nella doppia finale play-off. Protagonista di una stagione tranquilla in cadetteria, nel 2011 approda in Serie A accettando la proposta del Lecce. Le cose non vanno come avrebbe auspicato e dopo aver guadagnato il magro bottino di 8 punti in 13 partite, viene sollevato dall’incarico.
La prima disavventura non scoraggia il mister abruzzese, che decide di ripartire dalla B, più precisamente da Sassuolo. Gli basta poco per mettere in mostra le sua qualità, grazie al primo posto che spedisce il club della provincia di Modena per la prima volta nella sua storia in Serie A. Sulla panchina neroverde ci rimane per altri quattro anni, interrompendo il suo rapporto per sole 5 gare nella stagione dell’esordio. Grazie alla fiducia accordatagli valorizza molti talenti (come Berardi, Zaza e Defrel), qualificandosi anche alla fase a gironi di Europa League nel 2016. Gli ottimi risultati ottenuti in Emilia lo riportano nella Capitale, sponda giallorossa, dove conduce la Roma fino alla semifinale di Champions League nel 2018, prima di essere esonerato l’annata successiva.
Il suo curriculum si arricchisce, poi, delle esperienze alla guida di Sampdoria e Cagliari, dove, però, fatica a imporre la propria idea di calcio, incappando in due esoneri consecutivi. Inoltre ha ricevuto anche due importanti riconoscimenti: la Panchina d’Argento nel 2013 e il Premio Nazionale Enzo Bearzot nel 2018. Adesso Eusebio ha un’ottima occasione per riscattarsi, nonostante l’eredità che va a prendersi non è delle più leggere.