Per la rubrica Calciatori Siciliani, ideata in collaborazione con la Sicilia Football Association, è il turno di un giocatore poco appariscente ma ricco di sostanza: il duttile trapanese Roberto Galia, tra i più importanti siciliani in Serie A a cavallo tra gli anni ottanta e novanta.
Noto per la spiccata versatilità e l’educata professionalità, in carriera Roberto Galia giocò prima come terzino e poi come mediano, guadagnandosi la fiducia di tutti gli allenatori incrociati in quasi un quindicennio nel massimo campionato. Considerato un prezioso gregario, Galia seppe però ritagliarsi anche il ruolo di autore di gol decisivi, come quello che nel 1990 fece conquistare la Coppa Italia alla Juventus.
Nato a Trapani il 16 marzo 1963, Roberto Galia crebbe calcisticamente nelle giovanili del Como, venendo impiegato come terzino su entrambe le fasce. Con la squadra lariana allenata da Giuseppe Marchioro Galia farà il suo esordio in Serie A il 10 maggio 1981, a soli diciotto anni. Poche settimane dopo, il 24 maggio, il suo primo gol nella massima categoria decreterà la salvezza del Como, vittorioso per 2-1 sul Bologna grazie alla rete del giovane siciliano. Con la compagine lombarda Galia disputerà altre due stagioni, una in Serie A e una Serie B.
Passato alla Sampdoria guidata da Renzo Ulivieri nel 1983, il trapanese darà prova di piena affidabilità malgrado l’ancora giovane età, affermandosi come titolare. Con la maglia blucerchiata Galia verrà impiegato sia nel suo originario ruolo di terzino che in quella che diverrà la sua posizione più abituale, da mediano. Nella stagione 1984-85 la Sampdoria – la cui guida tecnica era nel frattempo passata ad Eugenio Bersellini – si aggiudicherà il primo trofeo della propria storia, la Coppa Italia, prevalendo in finale contro il Milan: una circostanza che per Galia si ripeterà cinque anni dopo con la maglia della Juventus.
Dopo tre stagioni sotto la Lanterna, nella stagione 1986-87 Roberto Galia si accaserà all’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli, squadra vincitrice di uno storico scudetto nel 1985. Con la casacca degli Scaligeri il trapanese disputerà due stagioni, siglando anche 7 gol in campionato (suo record personale).
Nel 1988, ormai divenuto una certezza del calcio italiano, il mediano siciliano si imbatterà nella grande occasione del passaggio alla Juventus. A Torino Galia troverà come compagno di squadra anche il palermitano Nicolò Napoli, mentre l’anno successivo ad aggiungersi alla pattuglia sicula dei bianconeri sarà il futuro capocannoniere di Italia ‘90, Totò Schillaci. Colonna della Juventus dal 1988 al 1994, Galia verrà apprezzato da tutti gli allenatori susseguitisi in quegli anni alla guida della società bianconera: Dino Zoff, Gigi Maifredi e Giovanni Trapattoni, che di lui dirà:
«È un giocatore ideale perché con lui si va sul sicuro. Lavora con grande applicazione e altissimo senso professionale, non si fa mai trovare impreparato, è un titolare a tutti gli effetti anche quando non gioca. Ho sempre detto che per conquistare gli scudetti serve gente così. Un allenatore ha bisogno di certezze, deve poter ottenere un rendimento medio garantito: il principale segreto del successo è la costanza. Certo, poi devono scattare altri meccanismi, servono i colpi risolutivi, ma senza la base ogni discorso è inutile. Pensando alla squadra come a una casa, direi che Galia è un pezzo delle fondamenta.»
Nelle importanti stagioni alla Juventus, impreziosite dalla vittoria di due Coppe UEFA (1990 e 1993) e una Coppa Italia (1990), Galia sarà protagonista di momenti magici a contatto con il gol. Sua, in particolare, la rete della vittoria nella finale di ritorno contro il Milan che valse ai bianconeri la conquista della Coppa Italia nel ‘90. Sua, ancora, la prima rete nella finale d’andata di Coppa Uefa contro la Fiorentina nello stesso anno. Sua poi, nella stagione 1992-93, una meravigliosa rete “alla Baggio” in campionato contro l’Inter.
Esauritisi gli anni migliori, dopo una brevissima esperienza all’Ascoli nel 1994, Roberto Galia chiuderà la carriera laddove l’aveva iniziata, sul lago di Como. Ritiratosi dal calcio giocato nel 1997, il siciliano si è successivamente dato alla carriera di allenatore, lavorando per il Como, la Pro Vercelli ed in Svizzera, al Chiasso.
Con la Nazionale Italiana Galia ha disputato 12 partite in Under 21 (aggiudicandosi il bronzo agli Europei del 1984), 12 con la selezione olimpica (partecipando alla spedizione di Seul del 1988) e 3 con la squadra maggiore allenata da Arrigo Sacchi durante la U.S. Cup 1992.
Avendo disputato 309 partite in Serie A (con 15 gol all’attivo), il trapanese Galia è il terzo calciatore nato in Sicilia per numero di presenze nel massimo campionato, superato solo da altre due bandiere bianconere, il palermitano Beppe Furino (388) e il catanese Pietro Anastasi (338). Sulla sua carriera il mediano di Trapani ha dichiarato: «Mi conosco, so di non essere un fuoriclasse ma un giocatore prezioso forse sì. Ho cambiato diverse maglie, sono sempre andato d’accordo con i miei allenatori e sempre ho avuto la precisa sensazione di essere utile. Non è poco».