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Francesco Coco, la parabola discendente dell’erede siciliano di Paolo Maldini

Per la rubrica Calciatori Siciliani, in collaborazione con la Sicilia Football Association, oggi è il turno di un terzino sinistro che nel brillantissimo inizio della sua carriera, prima del rapido declino, fu considerato tra i migliori difensori d’Italia, Francesco Coco.

Considerato l’erede designato di Paolo Maldini, Francesco Coco ha vestito in carriera le prestigiose maglie di Milan, Barcellona e Inter, segnalandosi come una delle grandi promesse del calcio italiano. Il tutto prima di un inesorabile declino che lo portò ad abbandonare il campo da gioco a soli trent’anni.

Nato a Paternò, in provincia di Catania, l’8 gennaio 1977 Francesco Coco si trasferì a Legnano all’età di tre anni, al seguito dei genitori. Cresciuto nel settore giovanile del Milan, Coco esordirà in Serie A a soli diciotto anni, il 27 agosto 1995, nel corso della vittoria dei rossoneri contro il Padova. Nello stesso 1995 il giovanissimo terzino sinistro siciliano collezionerà le prime presenze con la Nazionale Italiana under 21.

Francesco Coco ai tempi del Milan

Ceduto in prestito al Vicenza di Francesco Guidolin nella stagione 1997-98, nell’annata successiva Coco tornerà al Milan, ma un grave infortunio al ginocchio ne compremetterà totalmente la stagione. Dopo il nuovo prestito al Torino nell’annata 199-2000, la stagione successiva sarà quella della svolta per il ventitreenne terzino.

Tornato al Milan, infatti, Francesco Coco conquisterà la maglia da titolare, mettendo anche a segno i suoi unici due gol in Serie A. Il 7 ottobre 2000, inoltre, il siciliano farà il suo esordio con la Nazionale Maggiore nella partita di qualificazione ai Mondiali disputata a Milano contro la Romania.

Francesco Coco con la maglia del Barcellona

Non particolarmente apprezzato dal nuovo tecnico rossonero Fatih Terim, Coco verrà ceduto in prestito al Barcellona, divenendo il primo giocatore di cittadinanza italiana a vestire la maglia blaugrana. Con la squadra catalana il siciliano disputerà una sola stagione, collezionando 23 presenze nella Liga e 10 in Champions League. A proposito dell’esperienza nella penisola iberica, Coco ricorderà in un’intervista: «A Barcellona, i giornalisti quando parlavano di giocatori stranieri li definivano il tedesco, l’olandese, io ero il siciliano. Mi facevano domande sull’isola, la mafia, la donna in nero, i soliti stereotipi. E io gli dicevo “guardate che Catania è più sveglia di Barcellona”».

La buona stagione catalana guadagnerà a Coco un posto tra i ventitré convocati per il Mondiale di Giappone e Corea del Sud 2002. Nello sfortunato campionato del mondo marcato Giovanni Trapattoni, Coco scenderà in campo in due delle quattro partite giocate dall’Italia, compreso il celebre ottavo di finale perso contro la Corea del Sud a causa delle scorrettezze dell’arbitro Byron Moreno.

Francesco Coco con la maglia della Nazionale Italiana

Coinvolto nello scambio Milan-Inter che porterà il fuoriclasse olandese Clarence Seedorf in rossonero, Coco vivrà un’esperienza interista funestata dai problemi fisici, soprattutto alla schiena. In tre stagioni in nerazzurro il siciliano collezionerà appena 41 presenze.

Coco in maglia interista dopo lo scambio con Seedorf

Dopo una buona stagione al Livorno nella stagione 2005-06, Francesco Coco si accaserà al Torino nel 2007, collezionando con i granata solo 3 presenze. I continui problemi alla schiena e la difficoltà a trovare una squadra disposta a rischiare l’ingaggio di un giocatore fisicamente compresso saranno alla base del precoce ritiro del terzino.

Contrasto tra Coco e Seedorf durante un Livorno-Milan

In totale nella sua carriera Francesco Coco ha disputato 154 partite in Serie A (con 2 gol), collezionando 17 presenze in Nazionale Maggiore e 20 con l’under 21. Tra i trofei vinti in carriera vi sono 2 scudetti con il Milan, una Coppa Italia con l’Inter, il Campionato Europeo under 21 e i Giochi del Mediterraneo.

Profondamente legato alla sua terra d’origine, sulla Sicilia Francesco Coco ha dichiarato: «Per me la Sicilia è un sentimento profondo come quello della canzone di Gerardina Trovato: lei lascia Catania per New York ma vi trova solo freddo, neve e incomprensione. E torna indietro. Come me che scendo a respirare aria buona e sentirmi ancora io».

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