Ricomincia la rubrica Calciatori Siciliani, realizzata in collaborazione con la Sicilia Football Association. Oggi ci occupiamo di un’autentica leggenda del calcio siciliano ed internazionale, ovvero il capocannoniere del Mondiale di Italia ‘90 Totò Schillaci.
Di umili origini, bandiera del Messina degli anni ottanta, Totò Schillaci è stato protagonista di una delle vicende in assoluto più indimenticabili della storia del calcio, ritrovandosi quasi per caso ad assurgere a calciatore simbolo di un Campionato Mondiale e conquistandosi una memoria eterna negli annali di questo sport.
Nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e cresciuto nel quartiere di edilizia popolare del CEP, Salvatore “Totò” Schillaci visse la sua infanzia in un contesto socialmente difficile. La passione per il calcio sarà la fonte del suo riscatto, conducendolo ad intraprendere la carriera agonistica nelle giovanili dell’AMAT, la squadra della municipalizzata dei trasporti palermitani nella quale militò dal 1980 al 1982.
Nel 1982, cercato dal Palermo per via delle sue promettenti prestazioni, Schillaci fu però acquistato dal Messina, all’epoca militante in Serie C2. Nella prima stagione con i giallorossi Totò andò a segno 3 volte e al termine del campionato la squadra fu promossa in Serie C1. Dopo un altro campionato relativamente in sordina, con soli 4 gol all’attivo, nella stagione 1985-86 arrivò l’esplosione dell’attaccante palermitano, che con i suoi 11 gol diede un contributo determinante alla promozione della squadra di Franco Scoglio in Serie B.
La prima stagione di Schillaci tra i Cadetti fu funestata dai problemi fisici. Saranno addirittura due gli interventi ai menischi subiti dall’attaccante, che chiuderà il campionato con soli tre gol realizzati. L’anno successivo, grazie alla perseveranza di Scoglio, Totò Schillaci avrà l’occasione del riscatto. Con 13 gol in 37 partite il palermitano contribuirà al buon campionato del Messina. Fu questo l’anticipo della svolta nella carriera di Schillaci.
Nella stagione 1988-89 sulla panchina del Messina arrivò Zdenek Zeman. Con il suo gioco ultra-offensivo il tecnico boemo esalterà le caratteristiche feline di Totò Schillaci. Il risultato sarà eccezionale. Con 23 gol in 35 partite l’attaccante vinse il titolo di capocannoniere della Serie B, trascinando il Messina all’ottavo posto in campionato. Nelle sette stagioni con la squadra dello Stretto Schillaci è entrato nella storia del Messina come il secondo calciatore più presente in campionato (219 presenze) e il secondo marcatore della storia (77 gol, preceduto solo da Renato Ferretti).
La meravigliosa stagione in maglia giallorossa rappresenterà per il giocatore il trampolino verso la Serie A, con la Juventus che se ne assicurerà le prestazioni per 6 miliardi di lire. La sua prima stagione in bianconero sarà un successo e rappresenterà il passaporto per i Mondiali di Italia ‘90. Esordito in Serie A il 27 agosto 1989 contro il Bologna, Schillaci conquisterà ben presto il posto da titolare e totalizzerà 15 gol in 30 partite di campionato, a cui si aggiungono 4 marcature in Coppa Uefa e 2 in Coppa Italia, i due trofei vinti al suo primo anno a Torino.
La brillante stagione con la Juventus darà a Schillaci l’occasione delle prime convocazioni nella Nazionale Italiana di Azeglio Vicini, in fase di preparazione al Mondiale casalingo dell’estate 1990. L’esordio di Totò con gli Azzurri avverrà il 31 marzo 1990 a Basilea, in amichevole contro la Svizzera.
Convocato per il Mondiale, alla vigilia Schillaci pareva destinato al ruolo di comprimario, riserva del titolare Andrea Carnevale. Ma proprio nella prima partita dell’Italia, all’Olimpico di Roma il 9 giugno 1990, subentrando a gara in corsa all’attaccante del Napoli, Schillaci inizierà il suo show, il momento più magico della sua vita da calciatore e uomo. Suo il gol della vittoria contro l’Austria. E poi ancora, in successione, in rete in tutte le partite seguenti: Stati Uniti, Cecoslovacchia, Uruguay, Irlanda, Argentina e Inghilterra.
Le Notti Magiche fecero di Schillaci un’icona del calcio mondiale, il simbolo per eccellenza di quell’edizione della rassegna iridata. Premiato come capocannoniere e miglior giocatore del torneo, Schillaci nel 1990 si piazzerà secondo nella classifica del Pallone d’Oro, superato solo dal tedesco Lothar Matthäus, campione del mondo con la maglia della Germania Ovest.
Lo straordinario apice della carriera del palermitano sarà seguito da una parabola discendente alla Juventus e all’Inter, squadra con cui riuscirà comunque ad aggiudicarsi un’altra Coppa Uefa nella stagione 1993-94. Nelle sue ultime quattro stagioni in Italia l’attaccante metterà a segno solo 22 gol in campionato. Il bilancio della sua carriera in Serie A è di 120 presenze e 37 gol.
Nella primavera 1994, corteggiato dalla squadra giapponese del Jubilo Iwata, Schillaci diverrà il primo calciatore di cittadinanza italiana a giocare nel campionato nipponico. Totò resterà in Giappone fino al 1997, vincendo un campionato e segnalandosi soprattutto nella stagione 1994-95 per i suoi 31 gol in 34 partite. In totale nella sua esperienza asiatica Schillaci totalizzerà 100 presenze e 68 gol.
Al ritorno in Italia, sfumata l’ipotesi di un contratto al Palermo, squadra della sua città natale, Schillaci appenderà le scarpette al chiodo. Negli anni successivi fonderà la scuola calcio Ribolla, nel suo quartiere d’origine.