E’ stata un’altra serata densa, quella di ieri, con interventi prima del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e poi del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha parlato della possibile ripartenza della serie A in diretta Facebook sulla pagina di “CasaNapoli“.
Tanti, ovviamente, i punti toccati, dall’impossibilità, al momento, di date certe sul ritorno in campo (quella del 13 giugno resta, comunque, la domenica designata) alle preoccupazioni di tanti giocatori che gli scrivono sui social.
“Inviterei tutti – ha dichiarato il ministro Spadafora – a fare un po’ meno i fenomeni, da fuori si è tutti scienziati, calciatori, arbitri. Mi dicono ‘non sei uno che viene dal mondo dello sport’, per fare il ministro dello Sport non è vincolante essere uno sportivo, non credo che Speranza abbia mai operato qualcuno o la De Micheli condotto un treno. Bisogna ascoltare chi ne sa più di noi, però poi assumersi le responsabilità. Il mondo del calcio ci chiede di essere noi ad assumerci la responsabilità di bloccare, non decideranno in autonomia. Anche nel mondo del calcio ci sono posizioni diverse, anche tra i calciatori ricevo molti messaggi sui social, cercano di contattarmi per dirmi le loro preoccupazioni. C’è una differenza di posizioni che è frutto di una complessità generale, inviterei tutti quanti a non dire che stiamo facendo caos, piuttosto a dire che ci stiamo muovendo con prudenza per evitare che tutto riparta e che poi di nuovo siamo costretti a sospendere”.
Quindi la data del possibile ritorno al calcio giocato. Si può ricominciare il 13 giugno?
“Noi stiamo lavorando per fare in modo che dopo che sia ripartito il campionato, poi possa anche concludersi. La prudenza utilizzata è stata interpretata male. Sappiamo, o meglio, speriamo ripartano da lunedì gli allenamenti di gruppo. Il Governo ha dato il suo via libera, ora dipende dai club. Per il campionato bisognerà vedere le curve del contagio dopo la riapertura vera. Il mio auspicio è che si possa ripartire il 13 giugno, ma non può essere una data certa oggi. Si sono fermate le Olimpiadi, signori. Ora se ci sono le condizioni bisogna riprendere, ma facendo le cose per gradi. Se i dati ci conforteranno sicuramente riprenderanno anche i campionati di calcio come delle altre discipline sportive”.
Infine, una chiosa sul protocollo.
“Il protocollo la Federazione lo aveva accettato, poi qualcosa non è andato bene al mondo del calcio. Evidentemente tra Figc e Lega non c’era uniformità perché quella dell’isolamento è stata una proposta spontanea dei presidenti Dal Pino e Gravina, quasi un mese fa. Sulla responsabilità penale l’Inail ha chiarito bene e ricade solo se non c’è attuazione dei protocolli. Il tema vero è quello della quarantena perché rimanendo così, con l’inizio del campionato c’è il rischio che una squadra possa restare ferma 14 giorni. Potremo riparlarne, ma prima bisognerà vedere la curva dei contagi”.