Nella giornata di ieri sarebbero arrivate le dimissioni dell’allenatore Maspero, Pro Piacenza vicino ai titoli di coda.
Dopo la sospensione, domenica, del match in casa con l’Alessandria, si attende la decisione di radiazione da parte della Lega, che probabilmente arriverà a fine mese.
Il ciclone al Pro Piacenza è arrivato, in realtà, da lontano, sin dal primo momento del nuovo corso Sélèco, società che acquista la squadra rossonera essendo già in un periodo di crisi economica.
Accade così che da subito non vengano pagati gli stipendi ai calciatori, i quali, benché siano riusciti ad avere gli arretrati dei mesi estivi grazie ai contributi forniti dalla Lega Pro, si ritrovano nuovamente senza stipendio e cominciano a scioperare.
Quella contro l’Alessandria sarebbe stata la quarta partita di campionato rinviata per lo sciopero a oltranza dei calciatori, comportando in tal modo l’esclusione automatica della squadra dal campionato.
Per scongiurare l’esclusione, la società del presidente Pannella, non potendo contare sui propri calciatori, ha imbastito, per la gara di domenica, una squadra di ragazzini di età compresa fra i 15 e i 20 anni, alcuni provenienti dalle giovanili, altri, sembra, tesserati per l’occasione in modo poco chiaro.
L’incontro è stato, però, prontamente sospeso a pochi minuti dal calcio d’inizio su ordine della FIGC.
Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha così commentato la vicenda: “La decisione è stata presa a seguito di un lungo confronto e in accordo con il presidente federale per evitare che si scrivesse una vergognosa pagina del calcio italiano”.
Si deve ricordare, comunque, che il Pro Piacenza è solo una delle squadre coinvolte nello scandalo Finworld. Dopo una proroga si era deciso, infatti, che le garanzie Finworld andassero sostituite con delle fideiussioni regolari, tassativamente entro il 17 gennaio. Oltre ai rossoneri emiliani mancano, però, ancora all’appello anche Cuneo, Matera, Lucchese, che a questo punto rischiano grosso.
Per quanto riguarda i rossoneri, se lo slogan “Proviamoci insieme” si riferiva al fallimento, i nuovi proprietari sono stati di parola. Questa volta davvero.