Un’altra pagina nera, l’ennesima, per il calcio italiano.
La Juventus vince, in piena emergenza infortuni, anche sul campo del Cagliari. Moise Kean, lanciato titolare, chiude la partita con un altro goal. La serata perfetta se non fosse per gli ululati e qualche insulto a sfondo razzista piovuto dagli spalti.
Da lì si innesca un vortice di polemiche in pieno stile italiano. Dal campo, sino in tribuna passando per gli spogliatoi ed i social network. Conta poco la partita, la prestazione, la prova dei singoli in campo. Conta poco l’ennesima dimostrazione che sta nascendo una stella in maglia bianconera. Conta poco se Kean rappresenta il futuro anche della nostra nazionale. Il suo goal passa in secondo piano ed inizia la sfilata tra accuse, giustificazioni e moralismi.
E’ il gioco delle parti al quale siamo pienamente abituati. L’ennesima pagina nera che ha già fatto tutto il giro del mondo. Si può essere d’accordo che l’esultanza di Kean possa essere provocatoria, come sono condivisibili i fischi agli avversari. Ciò che, però, non può essere accettato è il considerare normale tutto quello che avviene dopo.
E’ chiaro che non si può condannare tutto il pubblico, nè dipigere i tifosi del Cagliari come razzisti. Gli imbecilli si trovano ovunque ed in ogni stadio, ma ciò non toglie che si possa essere giustificati nel rivolgere frasi razziste ad un giocatore solo per un’esultanza. In questo senso Bonucci è intervenuto come un fratello maggiore sia in campo, allontando Kean dalla curva, sia davanti ai microfoni:” È un 50/50, Moise ha sbagliato e la curva ha sbagliato. Dobbiamo essere d’esempio, dobbiamo crescere tutti come sistema calcio anche in queste cose”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Allegri:” Ci sono imbecilli che fanno le cose fuori dal mondo e c’è la gente normale. Con le telecamere apposta si prendono e si mettono fuori dallo stadio. È una cosa molto semplice, si individuano e non possono più entrare in uno stadio a vita.”
Kean ha affidato il suo grido contro il razzismo ad Instagram e tanti sono stati i commenti di sostegno da Pogba a Balotelli sino al procuratore Mino Raiola. In tutto questo è intervenuto il presidente del Cagliari Giulini:” Nessuno ha sentito nulla fino al gol. Ho sentito soprattutto fischi, se sono partiti ululati abbiamo sbagliati anche noi. Quello che è successo dopo è per un’esultanza sbagliata, e sarebbe successo con qualsiasi altro giocatore”.
E’ giusto non generalizzare presidente, ma anche un messaggio di scuse sarebbe stato un primo passo significativo per non nascondere e minimizzare il problema.