Una sconfitta pesante, un’eliminazione dolorosa che non lascia alibi.
Il giorno dopo Juventus – Ajax lascia l’amaro in bocca ma anche tante certezze e consapevolezze. A partire dalla squadra che, forte dell’arrivo di Ronaldo, sperava di poter alzare la coppa grazie al contributo del re di questa campetizione. Nonostante i 34 anni, CR7 ha dimostrato ancora una volta di essere un cecchino incredibile ed un leader ma è mancato tutto il resto. Nella sfida di Torino il talento portoghese si è ritrovato solo con il solo Emre Can a cercare di portare avanti l’iintera squadra. La Juventus è stata surclassata sia sul piano del gioco che fisico. Nel secondo tempo i lancieri hanno dominato esprimendo un “calcio totale” che non si vedeva da tantissimi anni. I bianconeri sono rimasti in gara esclusivamente per la poca concretezza olandese ed i miracoli del proprio portiere Szcenzny. Tuttavia il goal dell’eliminazione fa ancora più male perchè subito su palla inattiva contro una squadra che ha solo in De Ligt, il vero pericolo nei colpi di testa.
Va avanti la squadra che ha meritato di più tra andata e ritorno. Giovani, sfrontati e con grande classe, adesso possono ambire anche alla vittoria finale. Per la Juventus resta l’ottavo titolo consecutivo in Serie A e quella sensazione di ennesimo fallimento. Nel post partita ci hanno messo la faccia il presidente Agnelli e Massimiliano Allegri; entrambi hanno ribadito la voglia di continuare questo percorso insieme. la vera domanda è una sola: con quali prospettive e su qualii basi? I bianconeri sono chiamati a vincere in ogni stagione, tuttavia è chiaro oggi più che mai che questa squadra sia arrivata alla fine di un ciclo e necessiti di un cambiamento radicale.
Ripartire da CR7 è giusto, ma costruire una squadra con un gioco attorno è fondamentale.